[09/02/2009] Parchi

Marcia ambientalista contro la privatizzazione dei parchi del Senegal

LIVORNO. Tredici associazioni senegalesi hanno organizzato una marcia a Tambacounda, nell´est del Paese africano, contro la privatizzazione del parco Niokolo Koba e per il recupero di quest´area naturale protetta di 913.000 ettari. I manifestanti hanno consegnato nelle mani del rappresentante del governo centrale di Dakar, Ahmadou Bamba Koné, un memorandum di 22 punti. La privatizzazione dei parchi nazionali era stata annunciata dal ministro dell´ambiente e della protezione della natura, una misura pensata per rimpinguare il bilancio del Senegal in tempo di crisi. Ma la trovata del governo liberista non piace molto ai senegalesi: i manifestanti inalberavano grandi striscioni con su scritto: «La gioventù reclama un recupero completo ed immediato del Parco Niokolo Koba», «Sì ad una gestione concreta», «Studio di impatto ambientale per il progetto di ferrovia Kédougou Dakar», «Inasprimento della regolamentazione sul bracconaggio».

Mamadou Diallo, vice-presidente dell´Union des jeunes pour le développement durable de Tamba (Ujdt) ha detto a Sud Quotidien: «Ci impegneremo interamente per la sua riabilitazione (del parco) e perché esca dalla lista del patrimonio in pericolo in cui è iscritto dal 26 giugno 2007». Dopo una conferenza che ha organizzato nel 2007 all´Università Cheikh Anta Diop di Dakar, l´Ujdt ha preso la decisione di impegnarsi per il recupero di questo santuario. Questa marcia pacifica è un primo atto della nostra campagna per salvare il Niokolo Koba.

Gli ambientalisti pensano ad una carovana che ad aprile partirà da Dakar per raggiungere il parco e che installerà un "camp de vacance" per sensibilizzare la popolazione delle 9 comunità rurali dell´area ad impegnarsi nella protezione del Niokolo Koba. «Il parco non è soltanto motivo di orgoglio – dice Mady Ndiaye, presidente di "Les Amis de la nature" – ma anche una possibilità di sviluppo economico». Ndiaye non è un ambientalista cittadino, fa parte della comunità rurale di Dialacoto del Niokolo Koba, e spiega che «molti posti di lavoro, soprattutto intorno alle attività di guida e di ospitalità, sono stati creati, grazie all´attrazione turistica che costituisce il parco. Il parco nazionale di Niokolo koba serve da rifugio ad una fauna varia, composta di molte specie animali: 330 specie di uccelli, 80 specie di mammiferi, 20 specie di anfibi, 36 specie di rettili, 60 specie di pesci ed un´importante flora con circa 1.500 specie di piante vascolari servendo anche agli studi scientifici ed alla conservazione di alcune specie di piante rare o minacciate di estinzione».

Di fronte alle smanie del governo di svendere le parti più preziose del territorio senegalese, gli ambientalisti hanno inviato al Senato e all´Assemblea Nazionale una petizione che chiede «La cessazione di tutte le forme di negoziazione che vanno nel senso della privatizzazione di questo patrimonio» e chiedono l´organizzazione di un téléthon per il recupero dei parchi, uno studio di impatto ambientale su progetto della diga di Samba Ngalou, la fine del trasferimento delle specie verso altri luoghi. Gli ambientalisti senegalesi sono anche preoccupati perché il governo vorrebbe rendere percorribili con mezzi a motore in ogni stagione 800 Km di e piste nel Niokolo Koba e la realizzazione stagni e bacini idrici intorno al parco. Secondo Diallo «La privatizzazione dovrebbe essere l´ultima soluzione. Il governo dovrebbe recuperare subito il parco».

E di fronte al ministro dell´ambiente Djibo Kâ che fa l´esempio di alcuni parchi privatizzati in altri Paesi africani (Kenya e Sudafrica), Mady Ndiaye risponde «Quel che è valido in Kenya può non essere valido a Tamba, in Senegal». L´esempio di privatizzazione è preoccupante anche per le popolazioni locali, che in alcuni parchi venduti ai privati vengono semplicemente espulse o ridotte a controfigure folkloristiche, e Mady Ndiaye attira l´attenzione sul fatto che il governo sta pensando di vendere ai privati un parco transfrontaliero, visto che dal 1997 fa parte del progetto Niokolo-Badiar che coinvolge un´area protetta confinante in Guinea Bissau.

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