[06/02/2009] Parchi

I parchi in parlamento

PISA. La commissione ambiente della Camera si è recentemente occupata in base ad una interrogazione parlamentare del parco del Circeo. Un parco nazionale che festeggerà quest’anno il suo 75° compleanno, ma che è ancora privo di un piano a cui ha messo mano da poco tra mille ostacoli. L’interrogazione chiedeva, infatti, al ministro Prestigiacomo (Nella foto) di pronunciarsi su alcune vicende e situazioni che stanno creando serie difficoltà al parco e ai suoi rapporti con gli enti locali. Devo dire – al di là della risposta del ministro che ha dichiarato di non essere in grado di dire come potrà andare a finire visto che a pronunciarsi dovranno essere il comune e la provincia - che la sede parlamentare non appare la più idonea a rispondere a questi interrogativi. D’altronde quante altre situazioni di tanti altri parchi nazionali del tipo di quelle oggetto della interrogazione meriterebbero la stessa attenzione che ovviamente nessuna commissione parlamentare può assicurare. Ma io aggiungo che non solo non può ma neppure deve. Ben altri, infatti, a me sembrano le questioni di cui dovrebbe occuparsi finalmente il parlamento.

Il piano del parco dovrà farlo il parco d’intesa con gli altri soggetti istituzionali e non, che dopo l’entrata in vigore del nuovo codice dei beni culturali non potrà riguardare il paesaggio. Al parco competevano per legge due piani ( e sono già troppi) ora se ne aggiunge un terzo sarà fatto però dalla sopraintendenza. Un bel rompicapo e non solo per il Circeo di cui finora non mi pare si stia interessando nessuno né in parlamento né fuori , né al ministero e non molto neppure nelle regioni che quando lo fanno lo fanno malamente togliendo il nulla osta alle aree protette. Ecco perché questo tipo di interventi del parlamento e del ministro mi sembrano scarsamente utili continuando peraltro ad accreditare l’idea sbagliatissima che al ministero spetti un ‘controllo’ sui parchi nazionali con gli effetti perversi di cui ci offre un campione poco edificante la situazione delle aree protette marine.

Di cosa dovrebbe occuparsi allora il parlamento? Ho letto sull’ultimo numero di ‘Parchi’ la rivista di Federparchi l’intervista ad Aldo Cosentino capo della Direzione Protezione della Natura che da quasi dieci si occupa dei parchi al ministero dell’ambiente. Ebbene proprio da un decennio il ministero avrebbe dovuto- in base alla legge Bassanini che abrogò TUTTI gli strumenti e organismi ministeriali preposti ai parchi perché fossero ‘riordinati’ per essere più efficaci e in sintonia con le nuove riforme della pubblica amministrazione. Da allora però non è stato fatto niente e non se ne trova cenno alcuno nella intervista. Che dire, ad esempio, del fatto che dal 2003 non si aggiorna e si sistema l’elenco ufficiale delle aree protette, che dal 2001 non abbiamo relazioni sullo stato dell’ambiente, che un capogabinetto nel 2004 è stato incaricato con voto parlamentare di ripartire i fondi (striminziti) delle aree protette marine? Non sarebbe l’ora che il parlamento, le commissioni ambiente della Camera e del Senato chiedessero conto a qualcuno? Si pensa davvero che un ministero decapitato, senza organi e sedi preposti a gestire non i singoli parchi ma le politiche nazionali configurate dalla legge 426 di pochi mesi successiva alla Bassanini e anch’essa rimasta lettera morta, possa assolvere ai suoi compiti che non sono quelli di natura ‘prefettizia’ e cioè di fare le bucce sulle delibere dei parchi nazionali? Ho già avuto modo di dire anche al recente congresso di Federparchi che ci sono troppi silenzi su cose troppo importanti e queste lo sono in sommo grado. Speriamo in qualche risveglio a breve.

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