[04/02/2009] Energia

Il Nabucco della discordia

LIVORNO. Le riserve di gas dell´Azerbaigian sarebbero di 2.000 miliardi di metri cubi e secondo il presidente azero Ilham Aliev «questo equivale a 100 anni di consumo nazionale».In un´intervista alla Tv Usa Cnbc, Aliev ha detto: «Disponiamo di gigantesche riserve di idrocarburi. La capacità dei gasdotti esistenti è operò inferiore al potenziale di esportazione dell´Azerbaigian, è per questo che la costruzione di nuovi gasdotti, tra i quali il Nabucco, è nel nostro interesse. Intendiamoci bene, Nabucco e progetti similari aprono la possibilità di creare dei meccanismi di diversificazione a lungo termine».

Poi l´autoritario presidente azero ha negato ogni pressione della Russia per far fallire il Nabucco ed ha chiesto all´Unione europea una politica comune energetica per mettere in sicurezza i suoi approvvigionamenti.

Come risposta allo speranzoso Aliev oggi le agenzie russe rilanciano con grande evidenza le dichiarazioni del rappresentante permanente della Russia presso l´Ue, Vladimir Tchijov, che pensa che il Nabucco sia una specie di gigantesca bufala geopolitica attualmente «non percorribile economicamente».

Secondo Tchijov «Il principale problema del Nabucco e che non dispone di abbastanza combustibile per farnev un progetto fattibile. La sola possibilità di fare del Nabucco un progetto percorribile sarebbe di connetterlo ai giacimenti dell´Iran, cosa che ha escluso il presidente iraniano».

Il progetto Nabucco (al quale è interessata anche l´Italia attraverso l´Eni) punta ad aprire una strada alternativa verso l´Europa al gas centroasiatico e del Mar Caspio, passando attraverso Azerbaigian, Georgia, Turchia, Bulgaria, Romania, Ungheria ed Austria, aggirando così la Russia e rompendo il suo monopolio di transito. Secondo la presidenza di turno dell´Ue della Repubblica Ceca, il Nabucco potrebbe già essere realizzato entro il 2015.

Il Parlamento europeo cerca di mediare e propone di connettere la Russia al gasdotto Nabucco. La proposta è contenuta in un rapporto dedicato alla politica energetica dell´Ue che oggi è all´esame dell´Assemblea parlamentare del Consiglio d´Europa a Strasburgo.

Anche secondo gli autori del rapporto difficilmente i Paesi della regione potranno "riempire" le tubazioni del Nabucco e questa linea gasiera non potrà concorrere con il progetto russo South Stream.

Una brutta notizia per la Commissione Ue che si oppone al collegamento della Russia al Nabucco perché questo impedirebbe all´Europa di ridurre la sua dipendenza energetica da Mosca.

Ma le sirene del Kremlino sembrano trovare orecchi molto interessati in Francia, Germania e Italia che, secondo Ria-Novosti «rimettono in causa la necessità del gasdotto Nabucco» per la cui costruzione l´Europa ha già sborsato 250 milioni di euro.

Ma i tempi si annunciano duri e tutti i progetti faraonici devono fare i conti con una crisi che colpisce anche dove solo poche settimane fa si pensava non sarebbe mai arrivata. La Russia a gennaio ha sensibilmente ridotto la sua produzione di idrocarburi. Secondo l´ultimo rapporto del Centro di distribuzione dell´energia russo, la produzione di petrolio è calata dell´1% e si attesta a 41 milioni di tonnellate, il gas ha subito un tracollo del 12,8%, (54,69 miliardi di m3) il carbone è a - 14% (24,744 milioni di tonnellate).
In calo dell´1% anche la produzione di benzina, - 2,1% il gasolio, -4,7%, l´olio combustibile.
Le esportazioni di petrolio russo sono calate del 2,3% e quelle di gas addirittura dal 74,1%, ma soprattutto a causa della guerra del gas con l´Ucraina.

Per Tchijov «Occorre rivedere il trattato della Carta europea dell´energia. Il trattato non ha funzionato bene e deve essere rivisto. La crisi del gas ha privato l´Europa del gas russo transitante attraverso l´Ucraina nel gennaio scorso. Kiev ha rifiutato di rispettare il trattato in quanto Paese di transito, benché avesse ratificato la Carta dell´energia. Occorre modificare la parte del trattato riguardante gli obblighi dei Paesi di transito o firmare un nuovo accordo. E´ poco probabile che la Russia ratifichi il trattato nella forma originaria».

Con un occhio anche ad iniziative come il Nabucco, che coinvolge ad esclusione dell´Azerbaigian solo Paesi non produttori di gas, la Russia fa la voce grossa sulla Carta europea dell´energia firmata nel 1991 all´Aia dai rappresentanti di 51 Paesi e che enuncia i principi giuridicamente obbligatori della cooperazione energetica internazionale, accompagnata da un protocollo sull´efficienza energetica e gli aspetti ambientali connessi firmato nel 1994 a Lisbona, non sottoscritto però da Usa e Canada.

Il trattato obbliga i firmatari a facilitare il transito delle materie e dei prodotti energetici senza distinzione riguardo alla loro origine, destinazione e proprietà ed obbliga a non imporre tasse irragionevoli e a non provocare ritardi nella distribuzione. La Russia rifiuta di ratificare il trattato se non saranno risolte le questioni evidenziate dalla guerra del gas con l´Ucraina.

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