[11/05/2006] Comunicati

Un decalogo per far voltare pagina all´ambiente e all´Italia

ROMA. «Si conferma che l’Italia è un Paese in difficoltà ma non immobile. E molti dati dimostrano che per crescere e riuscire a competere è importante valorizzare le risorse territoriali, cioè l’intreccio di natura, cultura, coesione sociale, capacità d’innovazione che è la più preziosa materia prima della ´soft economy´ e anche uno dei motori del ´made-in-Italy´». Così Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente, commenta il rapporto Ambiente Italia 2006 presentato stamani a Roma. Il volume (nella foto: la copertina), curato dall’istituto di ricerca Ambiente Italia, fotografa l’Italia del «dopo Berlusconi». Un riferimento che non poteva mancare alle recentissime elezioni politiche. «La qualità ambientale in Italia – ha detto Della Seta – paga un prezzo alto ad anni di immobilismo e decisioni sbagliate e in particolare a questo quinquennio di governo Berlusconi segnato da una totale disattenzione per le ragioni dell’ambiente e punteggiato da scelte decisamente vergognose come l’ennesimo condono edilizio generalizzato».

La particolarità di «Ambiente Italia 2006» è la scelta di proporre un decalogo di azioni «immediatamente cantierabili» al nascituro governo Prodi per mettere l’ambiente al centro delle politiche contro il declino. Vediamo quali sono i dieci punti nel dettaglio.

1. Energie pulite Programmare un piano di incentivi che spinga la diffusione del solare, dell’eolico e delle altre fonti a emissione zero, sul modello del «conto energia» adottato in Spagna e Germania. Riprodurre su scala nazionale la misura introdotta dal Comune di Roma che rende obbligatoria una quota minima di solare termico e fotovoltaico su tutti i nuovi edifici ad uso residenziale, terziario e industriale.
2. Efficienza energetica, edilizia, gas Avviare una politica dal lato della domanda, per frenare l’aumento dei consumi energetici. Dare effettiva applicazione alle nuove norme sulla certificazione di efficienza energetica degli edifici. Varare programmi di sostegno all´innovazione tecnologica nell´edilizia. E puntare sul gas come fonte fossile di transizione, anche realizzando alcuni impianti di rigassificazione.
3. Riformare la legge Delega e la legge Obiettivo Nel primo caso, ristabilire le indicazioni contenute nella legge 183/1989 in materia di difesa del suolo, nel decreto Ronchi (22/1997) sui rifiuti, nella legge Galli 152/1998 sulle acque. Semplificare e rendere coerente il quadro normativo recependo i principi ispiratori della più avanzata legislazione ambientale («Chi inquina paga», responsabilità estesa, precauzione, partecipazione responsabile). Per la legge Obiettivo, ricondurre tutti i progetti di nuove infrastrutture dentro procedure trasparenti e democratiche di valutazione dell´utilità e dell´impatto ambientale, e riprogrammare le priorità privilegiando gli investimenti nel trasporto su ferro, nel cabotaggio, sul potenziamento e la modernizzazione dei nodi metropolitani e locali (che assorbono l’80% degli spostamenti).
4. Combattere le ecomafie Inserire nel Codice penale i delitti contro l’ambiente con sanzioni adeguate alla gravità del reato, e rendere più spedite e certe le procedure in materia di repressione degli abusi edilizi.
5. Mobilità urbana Sostenere il necessario sforzo dei Comuni per rendere più forte, moderno ed efficiente il trasporto collettivo, in particolare su ferro (negli ultimi anni i trasferimenti a regioni ed enti locali per questa «posta» sono sensibilmente diminuiti).
6. PiccolaGrandeItalia Realizzare un sistema integrato di finanziamenti, incentivi, defiscalizzazioni e semplificazioni burocratico-amministrative per rilanciare il ruolo dei quasi 6 mila piccoli comuni, protagonisti indispensabili di un cammino di sviluppo solido e sostenibile.
7. Bonificare i siti inquinati. Servono risorse ma soprattutto modifiche normative per consentire la bonifica dei siti individuati nel Programma nazionale di bonifica del 1998, in una logica che coniughi il risanamento ambientale con l’avvio di nuove attività ad basso impatto ambientale e ad al alto tasso d´innovazione.
8. Valorizzare il patrimonio forestale Occorrono forti politiche per la tutela di boschi e foreste, presìdi decisivi contro il dissesto idrogeologico: in particolare, bisogna favorire l’uso delle biomasse vegetali per produrre energia pulita e promuovere la certificazione forestale, passaggi utili anche rispetto agli obiettivi di Kyoto.
9. Tutelare i fiumi Estendere la pianificazione di bacino e la concertazione tecnico-istituzionale tra Stato e Regioni, attuare seri e radicali interventi di delocalizzazione degli edifici e delle attività presenti nelle aree a rischio di esondazione, promuovere interventi di rinaturalizzazione degli alvei e delle aree golenali.
10. Investire nella ricerca e nell´innovazione per l’ambiente Favorire la ricerca in campo ambientale e l´innovazione tecnologica di processo e di prodotto orientata a rendere più sostenibili produzioni e consumi; incentivare i prodotti e i servizi «ad alto valore aggiunto ecologico», cominciando dagli acquisti delle pubbliche amministrazioni.

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