[30/01/2009] Comunicati

Lula: «Il dio del mercato è sprofondato e sepolto»

LIVORNO. Il Forum economico mondiale in corso a Davos sarà anche depresso come dice Ban Ki-moon, ma riserva colpi di scena e in molti si stanno togliendo, più che sassolini, macigni dalle scarpe. Recep Tayyip Erdogan, il primo ministro turco amicone di Silvio Berlusconi, pronto ad entrare nell´Ue, alleato indispensabile dell´occidentale, pilastro della Nato e indicato come il più moderato tra gli islamici, se ne è andato dal Forum sbattendo la porta dopo l´intervento del presidente israeliano Shimon Peres.

Il premier turco ha accusato gli organizzatori del Forum di avergli concesso pochi minuti mentre Peres aveva parlato per 25 minuti e, rivolto ad Israele, ha detto: «Voi sapete bene come uccidere la gente» riferendosi all´operazione militare israeliana nella Striscia di Gaza che ha fatto almeno 1.300 morti e 5.000 feriti tra i palestinesi. Rivolto ai delegati che avevano applaudito calorosamente Peres, Edorgogan ha detto:«E´ triste vedere delle persone che applaudono perché muore molta gente. Penso che sia stato sbagliato applaudire quelli che uccidono le persone. Davos per me è finita, io non vi assisterò più» ha detto un arrabbiatissimo Erdogan lasciando gelati i delegati del forum, il segretario dell´Onu Ban Ki-moon e quello della Lega Araba Amr Mussa.

Intanto dal World social forum di Belem il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, che l´anno scorso fu accolto a Davos come il figliol prodigo del neoliberismo mondiale, sparge sale sulle ferite della crisi, accusando i Paesi sviluppati e le istituzioni finanziarie internazionali di favorire la progressione della crisi finanziaria mondiale: «La crisi è scoppiata perché negli anni ´80-´90, loro hanno esportato il modello secondo il quale , affermando che il mercato è un Dio sufficiente per sviluppare un Paese ed instaurare la giustizia sociale. Questo "Dio del mercato" è sprofondato, sepolto dalla mancanza di controllo e dalla speculazione».

Lula ha usato toni irridenti verso le istituzioni finanziarie internazionali ed i Paesi industrializzati «che ormai devono anche loro basarsi sulle raccomandazioni del Fondo monetario internazionale per superare la crisi. Spero ce il Fmi suggerirà a Barack Obama delle misure tendenti a migliorare la situazione economica, Che consigli anche a Germania, Nicolas Sarkozy e Silvio Berlusconi delle misure per combattere la crisi che loro hanno creato». Intanto, dopo il discorso di apertura di Putin a Davos, la Russia comincia a prendere le misure ad una crisi che si annuncia molto "rude". Almeno secondo il vice-premier Igor Chuvalov.

«La crisi durerà tre anni e il 2009 ci metterà a dura prova – ha detto Chuvalov – In questo contesto la Russia dovrà modificare la struttura della sua economia per uscire dalla crisi in modo no pesante. Il Paese non deve restare "sulla cresta dell´onda" alla fine di questi tre anni. Tuttavia, è impossibile uscire dalla crisi con una struttura economica vecchia se niente verrà intrapreso. I Paesi leader possono uscire dalla crisi con delle economie rafforzate». Secondo lui la Russia deve guardare a quel che fanno «i nostri partner all´interno del G8 e del G20. Questi Paesi possono rinnovare notevolmente le loro relazioni economiche durante la crisi, rafforzando i loro sistemi finanziari e bancari».

Insomma, anche quello che sembrava un solido Stato-mercato energetico retto con pugno di ferro dalla democrazia autoritaria putiniana e dai sui oligarchi è destinata a cambiare, ma la ricetta proposta sembra diversa da quella di Lula: un nuovo blocco di potenti (allargato) che gestisca la crisi per uscirne amministrando le ricchezze del pianeta.

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