[29/01/2009] Aria

Inquinamento da particelle sottili: l´Ue procede contro 10 Stati membri, c´è anche l´Italia

BRUXELLES. La Commissione europea comunica di aver avviato «un procedimento di infrazione nei confronti di 10 Stati membri che non hanno rispettato la norma di qualità dell´aria che l´Ue ha fissato per le particelle pericolose trasportate nell´aria, il cosiddetto PM10. Tali particelle sono emesse principalmente dagli impianti industriali, dal traffico e dagli impianti di riscaldamento domestico e possono provocare asma, problemi cardiovascolari, cancro al polmone e morte prematura».

L´intervento europeo arriva dopo che, nel giugno 2008, è entrata in vigore la nuova direttiva sulla qualità dell´aria secondo la quale «in determinate condizioni e per alcune zone specifiche all´interno di ciascun paese, gli Stati membri possono chiedere una proroga limitata che consenta loro di rispettare il limite fissato per il PM10 in vigore dal 2005».

Dopo la richiesta di informazioni inviata a giugno, la Commissione ha inviato una lettera di diffida a Italia, Cipro, Estonia, Germania, Gran Bretagna, Polonia, Portogallo, Slovenia, Spagna e Svezia, «che non hanno ancora rispettato i valori limite per il PM10, in vigore ormai dal 1° gennaio 2005».

La diffida si riferisca a superamenti dei limiti che interessano 83 milioni di persone in 132 zone diverse istituite ai fini della qualità dell´aria. La norma per il PM10 si basa su due valori limite: una concentrazione di 50 microgrammi (µg)/m3, misurata nell´arco di 24 ore; questo limite non può essere superato per più di 35 giorni per anno civile; una concentrazione di 40 µg/m3, misurata nell´arco di un anno; in questo caso non è consentito alcun superamento.

«Gli Stati membri in questione non hanno chiesto proroghe per conformarsi alle norme in tutte le zone in cui i valori limite del PM10 sono superati – spiega una nota della Commissione - La nuova direttiva sulla qualità dell´aria, entrata in vigore l´11 giugno 2008, permette agli Stati membri di chiedere, in determinate situazioni, una proroga limitata per conseguire i valori limite fissati per il PM10. Le proroghe si applicano solo nelle zone in cui si riesce a dimostrare che si è tentato di conseguire i valori limite nel 2005 ma non si sono ottenuti risultati a causa di circostanze esterne particolari. Gli Stati membri devono inoltre dimostrare, nell´ambito del piano di qualità dell´aria predisposto per ogni zona, che riusciranno a rispettare i valori fissati entro il nuovo termine accordato».

Italia, Germania, Polonia e Spagna non hanno chiesto proroghe per tutte le zone in cui si registra un superamento dei valori limite.

Gli Stati membri che hanno richiesto la proroga per tutte le zone Interessate sono 11 e la Commissione sta ora verificando le richieste.

Altri Stati membri hanno comunicato alla Commissione che stanno preparando i piani di qualità dell´aria per le zone non conformi e che intendono chiedere una proroga nei prossimi mesi.

L´inquinamento dell´aria arriva anche ad est: nel 2008 la Bulgaria e la Romania hanno per la prima volta comunicato un superamento dei limiti.

Quattro Paesi non sono interessati dalle violazioni o dall´obbligo di notifica: Finlandia e della Lituania, che hanno dimostrato che il superamento dei valori era dovuto alla sabbiatura invernale delle strade (situazione espressamente consentita dalla direttiva), mentre Irlanda e Lussemburgo sono i soli a non aver registrato alcun superamento dei limiti.

Il commissario europeo all´ambiente Stavros Dimas, ha sottolineato che «l´inquinamento atmosferico ha gravi ripercussioni sulla salute e il rispetto delle norme deve essere la nostra massima priorità. La nuova direttiva sulla qualità dell´aria ambiente e per un´aria più pulita in Europa consente di prorogare i termini fissati per il rispetto delle norme se sussistono determinate condizioni, ma tali proroghe non devono ritardare l´adozione delle misure di abbattimento delle emissioni. È inoltre fondamentale ricordare che, nei casi in cui non è possibile applicare le proroghe, le norme devono essere rispettate integralmente. La flessibilità offerta agli Stati membri sarà pertanto accompagnata da una rigorosa azione di verifica dell´applicazione da parte della Commissione».

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