[23/01/2009] Urbanistica

Il mare si mangia le spiagge elbane

LIVORNO. L´assessore della provincia di Livorno alla difesa del suolo e delle coste, Anna Marrocco, e quello al turismo, Fausto Bonsignori, di concerto con il presidente della provincia, Giorgio Kutufà, hanno inviato una lettera al presidente della regione Toscana Claudio Martini e agli assessori regionali Paolo Cocchi e Marco Betti, per chiedere un incontro sul problema dei danni che le recenti mareggiate hanno causato alle coste elbane, per esaminare la situazione attuale nelle varie zone dell´isola e definire l´attivazione di risorse da destinare ad interventi urgenti.

Non si tratta certo di una novità, le spiagge elbane sono da anni sottoposte a continui e costosi ripascimenti che spesso durano lo spazio di una stagione, visto che le mareggiate invernali portano via la sabbia messa prima dell´estate. Gli ambientalisti isolani, con in testa Legambiente, dicono da tempo che questa situazione è troppo spesso il frutto di scelte infrastrutturali sbagliate (porti mal concepiti, strade sulle spiagge, cementificazione) e dell´abbandono del territorio e chiedono più che ripascimenti interventi duraturi di recupero e restauro ambientale..

La Marrocco e Buonsignori scrivono: «Il patrimonio costiero, così importante per l´economia necessita di interventi rapidi. L´Isola d´Elba e l´Arcipelago si caratterizzano per un ambiente unico che va tutelato e difeso con interventi straordinari, necessari a garantire la qualità della vita degli abitanti e lo sviluppo turistico del territorio».

Sul problema dell´erosione delle coste dell´Elba era intervenuta anche Marcella Amadio, consigliere regionale di AN, con una interrogazione in cui chiedeva alla giunta l´attivazione urgente di un fondo per «realizzare entro Pasqua le opere di ripascimento delle coste elbane devastate dal maltempo». L´Amadio si dice «seriamente preoccupata per come l´erosione colpisce l´intero fascia costiera elbana. In particolare, il problema si fa più cogente in corrispondenza di luoghi di particolare pregio paesaggistico. Nello specifico mi sono giunte più segnalazioni sulla disastrosa situazione in cui versa una delle spiagge più pittoresche di Cavo, a Rio Marina. Si tratta della Cala delle Alghe, unanimemente definita come una delle spiagge più belle del versante orientale dell´isola ma messa in pericolo dalla forza del mare che la sta letteralmente mangiando, tanto da provocare il crollo anche di alcune opere di contenimento. Io ritengo che per la Regione e per la Provincia, ente competente sulla difesa costiera, preservare questi tesori di alto valore ambientale debba rappresentare una priorità. Si tratta infatti di tutelare perle di paesaggio che sono un patrimonio collettivo, oltre che un potente attrattore turistico. E non sto a ricordare come per noi le coste significhino turismo e dunque economia territoriale più solida. Per altro gli interventi a Cala delle Alghe dovrebbero comportare spese piuttosto irrisorie. Proprio per questo, ribadisco che le opere vanno fatte e con celerità».

Ma se dalle coste elbane arrivano brutte notizie da quelle continentali ne arrivano di migliori: il sistema dei Parchi della Val di Cornia è stato candidato per l´Italia alla prima edizione del Premio Paesaggio 2009 del Consiglio d´Europa e l´assessore provinciale alla difesa del suolo e delle coste ha sottolineato che «Le politiche di salvaguardia del patrimonio ambientale perseguite dalla provincia e dai comuni sono considerate sempre più un esempio di buone pratiche nella gestione del territorio. A questa candidatura si aggiunge la segnalazione della Commissione ministeriale incaricata di selezionare le proposte, che ha individuato nel progetto del Viale di Bolgheri, proposto dall´Amministrazione Provinciale, un ulteriore interessante intervento. Recentemente, inoltre, il Parco Interprovinciale di Montioni, ha ricevuto il Premio Touring 2008 come una delle otto migliori aree protette a livello nazionale. Questi risultati sono per me motivo di grande soddisfazione perché premiano un lavoro, portato avanti nel tempo, che ha consentito da un lato, di mantenere inalterato un ambiente naturale di particolare pregio, dall´altro di far assumere al patrimonio ambientale un valenza anche sul piano dello sviluppo economico del territorio. La conservazione della natura non vuole essere un modo per ingessare il territorio, ma è sicuramente un´occasione per incentivare forme di sviluppo più sostenibili. In questo senso assumono particolare importanza tutti quei progetti che garantiscono la tutela delle risorse naturali, come l´acqua, il suolo e le coste, ma anche la realizzazione di iniziative, come quella del´Ippovia del Mediterraneo, che sono un esempio di come si possa sfruttare il territorio favorendo la crescita di attività economiche al servizio del turismo ambientale».

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