[22/01/2009] Comunicati

Fidel e l´ambiente al tempo di Obama

LIVORNO. Il Granma, l´organo ufficiale del Comitato centrale del Partito comunista di Cuba, ospita una nuova "Reflexiones del compañero Fidel" dopo il suo incontro di ieri con la presidente argentina Cristina Fernández de Kirchner. I due non potevano non parlare del discorso di insediamento di Obama e Castro sottolinea che «Io non ho il minimo dubbio riguardo alla sincerità con la quale Obama, undicesimo presidente degli Stati Uniti dal primo gennaio 1959 (anno della rivoluzione cubana) ha espresso le sue idee, ma al di là delle sue belle intenzioni, rimane tutta una serie di questioni alle quali occorrerà ancora trovare delle risposte. Io mi domando per esempio come un regime (gli Usa) fondato sulla dilapidazione e il consumismo possa garantire la protezione dell´ambiente».

Insomma, Fidel manda a dire che la sua tribolata e impoverita revolucion è ancora più concreta della promessa "green revolution" obamiana. L´incontro con la Kirchner e l´intervento di Fidel Castro smentiscono le voci di un aggravamento delle sue condizioni di salute che si sono susseguite dopo l´ultima "reflexion" dei primi giorni di dicembre e che si occupava proprio di ambiente che sembra diventato una vera ossessione per il vecchio caudillo cubano.

In un articolo intitolato "L’ingiustificabile distruzione dell´ambiente", Fidel si chiedeva: «Può la società capitalista evitarla? Le notizie che arrivano sul tema non sono confortanti. A Poznan si analizza il progetto che sarà presentato nel dicembre del prossimo anno a Copenaghen dove si discuterà ed approverà l´accordo che sostituirà Kyoto. La commissione che presiede la sua elaborazione è diretta da Al Gore, l´ex candidato presidenziale degli Stati Uniti che è stato fraudolentemente battuto da Bush nelle elezioni del 2001. Quelli che lo stanno elaborando pongono tutta la speranza in Barack Obama, come se lui potesse cambiare il corso della storia».

Poi Castro fa un collage di diversi articoli, uno della Bbc World intitolato "Febbre bituminosa in Canada" che mette in evidenza il disastro ambientale in corso nell´Alberta che ha ceduto alle imprese petrolifere quasi 65.000 km2: «L´area dei riserva sfruttabile è di 140.000 km2, più o meno l´estensione dello Stato della Florida. Al cielo si vede come le miniere abbiano trasformato il bosco in un paesaggio lunare di crateri e laghi, con grandi colonne di fumo, che creano enormi nubi nell´atmosfera. Tutto questo in una remota regione dell´Alberta»; poi fa riferimento a un articolo dello spagnolo El País sulle stime dell´Ocse e del Fmi «che prevedono ci sia un recupero dell´economia globale a partire dal secondo semestre del 2009, quando la produzione mondiale di petrolio raggiungerà gli 86,3 milioni di barili giornalieri; infine, le dichiarazioni del direttore del dipartimento del cambiamento climatico della Cina: «Pechino limiterà le sue emissioni solo in cambio di molti investimenti e brevetti di energia pulita» e che «Obama pensa ci vogliano 20 anni per la lotta al cambiamento climatico». Dopo aver dato una bella bastonata agli ingordi speculatori di Wall Street, Castro riporta un dispaccio della Reuters: «Il presidente eletto degli Stati Uniti Barack Obama sta considerando un Piano per riattivare l´economia del Paese che potrebbe avere un costo molto maggiore di quello delle stime precedenti».

Il grande vecchio cubano è ancora molto curioso delle cose del mondo e dal suo letto di declino e malattia sottolinea che «il quadro diventa unico quando le notizie arrivano attraverso le agenzie, riportando ogni tipo di problema che vanno dal crollo dell´industria automobilistica derivato dalla crisi finanziaria fino ai disastri naturali, passando per il costo crescente degli alimenti, la fame, la guerra ed altri fatti. Il problema è che non esiste spazio abitabile nel nostro pianeta per ripartire. L´ultimo è stata l´Australia, della quale il Regno Unito si impossessò il 19 gennaio del 1788. L´ambiente è già compromesso da tempo. Potrà la nostra specie superare questo ostacolo?».

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