[21/01/2009] Comunicati

Alla Thailandia non piacciono i boat people rohingya

LIVORNO. L´Alto commissariato Onu per I rifugiati (Unhcr) ha chiesto al governo thailandese di potere far visita a 126 boat people rohingya, che attualmente sono detenuti nel sud della Thailandia. L´Unhcr vuole capire se fra loro ci sono persone che hanno bisogno della protezione internazionale.

Sembrerebbe proprio di si, visto che si moltiplicano le segnalazioni di abbordaggi da parti della marina militare thailandese che, dopo aver fermato le imbarcazioni dei rohingya nelle acque territoriali, le rimorchiano in alto mare per abbandonarle alla deriva, condannandoli a morte certa.

I Rohingya sono musulmani apolidi provenienti dal nord dallo stato di Rakhine, nel Myanmar. 28.000 Rohingya che hanno ottenuto lo status di rifugiato sono ospitati in due campi dell´Unhcr in Bangladesh e circa 200.000 Rohingya non registrati vivono all´esterno di quei campi. Da ormai molti anni in questa stagione la disperazione costringe molti di loro a rischiare la vita in mare su piccole imbarcazioni che partono dal Bangladesh o dal Myanmar e che spesso sono dirette in Thailandia, Malesia o addirittura in Indonesia.

Il portavoce del´Ufficio Onu per i rifugiati, Ron Redmond, ha denunciato un fatti gravissimi: «Secondo le informazioni raccolte dall´Unhcr, un gruppo di 80 boat people rohingya si trova attualmente prigioniero nell´isola di Koh Sai Daeng, al largo delle coste thailandesi nel mare delle Andamane. Un altro gruppo di 46 Rohingyas, che era stato intercettato su un´imbarcazione venerdi scorso, è stato consegnato alle autorità militari thailandesi. Stiamo facendo il possibile per determinare dove si trovi attualmente questo gruppo».

L´unica notizia positiva in questo delirio xenofobo, che covava sotto la cenere dell´odio interetnico e che è esploso dopo il tifone Nargis che ha devastato il Myanmar nel 2008 e gonfiato di profughi il confine thailandese, è che, secondo quanto scrivono i giornali thai, il vice-primo ministro di Bangkok, Suthep Thaugsuban, ha ordinato al ministro della difesa di avviare un´inchiesta sulle accuse di maltrattamento verso questi nomadi del mare.

«La sorte dei Rohingya è un problema regionale – dice Redmond – E´ per questo che l´Unhcr vuole avviare urgentemente colloqui con il governo thailandese per trovare modalità che i Paesi coinvolti possano adottare per risolvere le cause profonde che spingono i Rohingya a mettere le loro vite in pericolo durante questi viaggi pericolosi. Intanto, speriamo di poter discutere con il ministro degli esteri Kasit Piromya sulle modalità da mettere in opera da parte del nuovo governo thailandese, tenuto conto che, per il suo ruolo centrale nella regione e per la sua attuale presidenza dell´Associazione delle nazioni dell´Asia del sud-est (Asaen), può giocare un ruolo essenziale nella risoluzione di questo allarmante problema regionale».

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