[21/01/2009] Parchi

I parchi sotto il tiro del ‘Cacciatore’

PISA. Sulla Rassegna stampa di Federparchi ho letto un lungo articolo a firma ‘Il cacciatore’ che parla di Totem e Tabù sui parchi e le aree protette italiane. In Toscana si direbbe subito che l’autore l’ha presa ariosa tanto da partire da una citazione di Freud del 1913. Il riferimento poi nel titolo alla situazione italiana trova subito la sua spiegazione nei dati sulla presenza di aree protette nel nostro paese che vengono correttamente riportati per essere messi a confronto con la situazione europea e che mostrerebbero - diciamo così - gli ‘eccessi’ del nostro paese. Ma su questo possiamo rimandare il lettore alla recente indagine sui parchi europei del Politecnico di Torino pubblicata nel volume ‘I parchi d’ Europa’ Verso una politica europea per le aree protette ( Edizioni ETS 2008). E li si vedrà che non conviene mai affidarci alle prime cifre per fare confronti che abbiano un senso o citare qualche situazione specifica per contrapporla a situazioni generali. Ma questa premessa ‘colta’ rivela subito l’intento di questo lungo articolo che è quello di dimostrare a distanza di 18 anni dalla approvazione della legge quadro che i parchi italiani a differenza di quelli di altri paesi; Francia, Germania sono nati male e cresciuti peggio e a dismisura.

Purtroppo pur non essendo state concepite come luoghi di mera ‘contemplazione’ sarebbero state lasciate nelle mani di pochi gestori e soprattutto ambientalisti tanto che sulla stampa come in TV nessuno se ne è occupato seriamente. Ecco perche gli agricoltori e i cacciatori –secondo l’articolo- dovrebbero commissionare una indagine per conoscere cosa ne pensano i cittadini. E tanto per essere originali si chiede che prima di ‘calare dall’alto’ i parchi si facciano dei referendum. Chissà dove era l’articolista in questi anni che hanno visto le istituzioni e tanto associazionismo non solo ambientalista impegnate tra mille difficoltà a dare ai parchi quel volto e quel consenso richiesto dalla legge che tutto prevedeva e prevede tranne che la ‘contemplazione’.

Ma gratta gratta le richieste di urgenti modifiche della 394 mirano molto prosaicamente a rivendicare per gli agricoltori e i cacciatori una rappresentanza negli enti di gestione. Peccato che per quanto riguarda gli agricoltori ed anche i pescatori (che il cacciatore firmatario spadellando ha dimenticato) la questione è già stata avviata a soluzione almeno in molti parchi regionali. Quanto ai cacciatori si tratterebbe invece di una presenza di ‘frodo’ perché un conto sono gli interessi di categorie economiche appunto come gli agricoltori e i pescatori e ben altro conto i rappresentanti di un associazionismo estremamente numeroso e variegato che attiene ad attività sportive, ricreative e culturali con le quali i parchi -come più in generale gli enti locali- debbono confrontarsi senza alcuna cooptazione negli enti di gestione.

Il cacciatore ha invece pienamente ragione a lamentare la non presentazione da anni della relazione sullo stato dell’ambiente da parte del ministero. Ha ragione anche perché la relazione è prevista dalla legge 394.

Torna all'archivio