[20/01/2009] Comunicati

Da Ferrara un buon esempio di riconversione ecologica: dal petrolchimico al silicio

LIVORNO. I numeri della crisi sono sempre più espliciti e ormai è evidente che il 2009 sarà un anno di recessione per tutta l’area europea. Nelle stime della commissione i valori della crescita sono di segno negativo per tutti i paesi dell’eurozona mentre crescono i valori della disoccupazione, del debito e del deficit. Ma come dice Franco Debenedetti sul Sole24Ore di oggi, chiosando sulle parole del ministro dell’economia Giulio Tremonti, (che aveva detto che se anche calasse il Pil del 2% al più torneremo ai valori del 2006) «il problema non è il livello del Pil ma la produttività». Da questo punto di vista un segnale positivo, in una situazione che di positivo ha ben poco e che poco fa sperare se basata sulle misure del pacchetto anticrisi che il governo sta varando, arriva da Ferrara.

Il nuovo accordo di programma, siglato tra le istituzionali nazionali e quelle locali, associazioni sindacali e industriali e che fa seguito al precedente accordo varato nel 2001 per rivitalizzare uno dei poli chimici nazionali in crisi (anche in conseguenza della crisi del principale petrolchimico di porto Marghera), potrebbe infatti segnare un punto interessante per indicare la strada verso cui dirigersi per risollevare le sorti della nostra barcollante economia.

In base al nuovo protocollo si prevede di creare nell’area industriale estense un insediamento (a quanto sembra uno dei più importanti al mondo) per la produzione di silicio purissimo, materia prima per la costruzione di pannelli fotovoltaici ad alta efficienza. L’impianto sarà realizzato dalla Estelux, che fa parte del gruppo tedesco Solon, leader nel settore delle energie rinnovabili, e dovrebbe portare alla creazione di 240 nuovi posti di lavoro qualificati, con un investimento di circa 400 milioni di euro.

Una boccata di ossigeno in un momento di crisi, ma non solo questo. Ripartire da uno stabilimento per la produzione di silicio, significa infatti porre le basi per sviluppare una filiera importante quale quella delle energie rinnovabili, che rappresenta sicuramente un settore di sviluppo futuro, come la Germania ha dimostrato. Non solo, rappresenta una strategia valida per valorizzare la cultura industriale e le competenze di un territorio, facendo sinergia con il contesto infrastrutturale e dei servizi già esistenti e allo stesso tempo offrendo l’opportunità per una riqualificazione ambientale.
La storia del petrolchimico di Ferrara, come quella di tutti gli altri petrolchimici, ha conosciuto negli anni diverse vicissitudini legate agli alti e bassi della chimica; è stata un punto di attenzione e tensione, sia per la necessaria bonifica che la interessa, sia per la costruzione della tanto contestata Centrale Turbogas, sia per l’esigenza di fare chiarezza sulle conseguenze che la lavorazione dei comparti cvm ha avuto sulla salute di molti operai e sulle responsabilità di tante morti che ad esso paiono legate. Ciò non toglie che proprio da insediamenti anche duramente segnati dalla politica industriale del passato si possa pensare di ripartire con insediamenti meno impattanti e anzi che proprio sulle tecnologie ambientali abbiano il loro perno di sviluppo.

«Il futuro della nostra città non può prescindere dallo sviluppo dell’industria manifatturiera» ha detto il presidente dell’Unione industriali di Ferrara, Piero Puglioli. Così come non vi può rinunciare il resto del paese. Si tratta però di vedere quali siano le strade più efficaci per rilanciare il comparto manifatturiero, dove investire e quali nuove attività industriali sia conveniente incentivare.

Da più parti (e con l’insediamento di Obama adesso anche dagli Usa) i segnali che arrivano indicano che la strada che più conviene battere è quella delle tecnologie legate all’ambiente, non solo per risanare ciò che è stato guastato ma soprattutto per investire nell’ambiente come capitale per il futuro. Si tratta a questo punto di imboccarla quale strada maestra, anziché continuare a percorrerla soltanto dai viottoli laterali.

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