[19/01/2009] Rifiuti

Via (con prescrizioni) al cogeneratore di Scarlino

LIVORNO. Valutazione d’impatto ambientale favorevole, ma con prescrizioni. Questa la risultante del lavoro istruttorio fatto dai tecnici dalla provincia di Grosseto in merito all’ammodernamento dell’impianto di cogenarazione di Scarlino. In una conferenza stampa che si è tenuta stamani in provincia, il presidente Lio Scheggi ha tenuto a ribadire tre punti dell’azione svolta dall’amministrazione giunta alla fine del secondo mandato, e che ha fornito, nell’ambito di un dibattito serrato, l’unica proposta e l’unico progetto organico inserito in un percorso di gestione integrata e in grado di dare riposte sia in termini ambientali, sia in termini sociali che economici.

«Non c’è stato alcun soggetto che abbia presentato proposte alternative sull’intero ciclo integrato» riferendosi al piano provinciale approvato nel 2002 e al fatto che il ciclo integrato è fatto di più fasi e diverse e che non è sufficiente gestirne bene una sola: la raccolta . Il presidente ha poi tenuto a sottolineare la distinzione che è sempre stata operata tra la politica e la gestione e il comportamento rigorosamente istituzionale che l’amministrazione provinciale ha tenuto nello sforzo di dare risposte al tema complesso dei rifiuti.

Un ruolo sottolineato anche dall’assessore all’Ambiente della provincia, Giancarlo Farnetani, che prima di dare la parola ai tecnici ha voluto illustrare il percorso del processo partecipativo che si è aperto un anno fa e che è arrivato, attraverso il ricorso ad un contraddittorio, alla relazione finale su cui si è espressa la parte tecnica.

Quindi oggi si è chiuso l’iter della procedura Via, cui seguirà adesso quella relativa al rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale (Aia), che dovrà accogliere tutte le prescrizioni che i tecnici della provincia hanno elencato nella determina dirigenziale che ha licenziato il progetto di “ammodernamento tecnologico e interventi di riqualificazione ambientale ed energetica della centrale elettrica di Scarlino da alimentare con fonti rinnovabili (biomasse) e non convenzionali (cdr e cdrq)”.

Tre i vincoli specifici alla questione rifiuti richiesti dai dirigenti della Provincia, ovvero il tetto massimo dell’80% di Cdr che potrà essere bruciato in cocombustione; il fatto che la parte rifiuti potrà essere rappresentata solo da cdr e infine che l’impianto dovrà essere conforme alla condizione di essere una centrale elettrica che opera in co-combustione, che è come dire che la produzione energetica dovrà essere preminente rispetto all’incenerimento.

Molte altre le prescrizioni che riguardano sia aspetti di gestione e di tecnologie usate (le migliori possibili), sia di riduzione degli impatti ambientali ( dal punto di vista idrico, idrogeologico, faunistico ecc.) e infine in merito al monitoraggio delle emissioni e alla informazione della popolazione sui dati raccolti, in coerenza con le linee guida regionali, nazionali ed europee. Tutte prescrizioni che dovranno essere accolte dall’azienda nel progetto, ai fini del rilascio dell’autorizzazione integrale ambientale, per cui l’iter prevede ulteriori 150 giorni di tempo (salvo ulteriori integrazioni), e solo allora l’impianto potrà operare utilizzando cdr come combustibile.

A queste si accompagna la richiesta di effettuare uno studio di fattibilità riguardo all’ipotesi di utilizzare il calore prodotto dall’impianto per un progetto di teleriscaldemanto/teleraffrescamento a vantaggio delle popolazioni dei due comuni di Follonica e Scarlino.

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