[19/01/2009] Recensioni

La Recensione. Perle e pirati di Luciano Carrino

Il tema trattato in questo libro, la cooperazione allo sviluppo, è ritenuto di importanza strategica per costruire un futuro di sviluppo umano sostenibile. E’ un tema che non è possibile ignorare, se si vuole agire in modo innovativo per incidere sulla quantità di problemi e pericoli mortali che l’umanità si trova oggi ad affrontare. La cooperazione, infatti, non è altro che il lavoro per rafforzare la comprensione tra gli esseri umani e tutti i popoli del pianeta, senza distinzione di sorta, e per riconoscere che le ricchezze e le potenzialità di tutti i continenti possono e debbono servire a garantire il benessere di tutti. Qui risiede una delle qualità di questo libro, che adotta questa prospettiva e rappresenta, allo stesso tempo, lo sforzo pionieristico e di riflessione di una persona impegnata da una vita nella promozione dell’essere umano e della solidarietà tra i popoli. Luciano Carrino è senza dubbio uno dei più autorevoli esperti internazionali di cooperazione allo sviluppo e di aiuti alle emergenze (collabora con il Ministero degli Esteri italiano, con la Commissione ed il Parlamento Europeo, con diverse agenzie e programmi delle Nazioni Unite, ecc.), per cui le sue critiche e le sue analisi colgono subito nel segno.

La cooperazione allo sviluppo sta attraversando una crisi profonda perché non riesce a mettere seriamente in pratica il suo mandato. Non sa dare, infatti, un contributo significativo e sistematico alla riduzione della distanza tra i paesi del sud e quelli del nord. Questa distanza, specie per i paesi più poveri, aumenta e crescono i fenomeni che la cooperazione dovrebbe aiutare a combattere: povertà, gravi tensioni sociali, migrazioni forzate, degrado dell’ambiente, mancato rispetto dei diritti umani ed altre conseguenze degli squilibri che caratterizzano l’attuale sviluppo globalizzato. Tra questi la gente teme in particolare la diffusione delle violenze, dell’insicurezza e dei conflitti armati. La crisi si manifesta anche con la scarsità dei finanziamenti disponibili, che come ricorda l’autore “…sono diminuiti costantemente negli ultimi dieci anni e quando hanno accennato ultimamente una timida ripresa, lo hanno fatto grazie soprattutto ai fondi impegnati a supporto di azioni militari”.

Nel mondo della cooperazione si contrappongono come estremi, i pirati, coloro che hanno una visione rapace, particolarista, furbesca e aggressiva dello sviluppo, e le perle, le persone che hanno preziose esperienze positive e possibili soluzioni, che hanno orientato i propri interventi verso lo sviluppo umano. Il libro è una sorta di “proposta pedagogica” che permette di capire bene come la comunità internazionale, i governi che in essa interagiscono, la comunità accademica e scientifica, politica, educativa, culturale, il settore privato e la società civile in generale, potrebbero orientare le loro riflessioni verso un nuovo senso e nuove regole della cooperazione internazionale. La scelta secondo l’autore non è oggi tra il bilateralismo ed il vecchio multilateralismo, ma va orientata verso un nuovo multilateralismo, basato su grandi programmi quadro.

Il libro è diviso in tre parti: La prima parte è dedicata alla critica della cooperazione allo sviluppo. La seconda parte del testo è dedicata allo sviluppo. In particolare, alla forte contrapposizione tra la teoria, espressa dagli accordi internazionali e dai vertici mondiali (in particolare quello di Copenhagen) e la pratica. La terza parte è dedicata alle esperienze di cooperazione multilaterale in grado di dare un importante contributo allo sviluppo: i programmi-quadro di sviluppo umano.

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