[16/01/2009] Consumo

Fitosanitari, cartellino rosso dell´Ue per il flurprimidol

LIVORNO. Mentre in Parlamento europeo si discute per la revisione della disciplina sui pesticidi continua il programma di lavoro sull’analisi delle sostanze attive dei fitosanitari e stavolta è il turno del flurprimidol. La Commissione europea con decisione del 13 gennaio 2009 (e ieri pubblicata in Gazzetta ufficiale europea) non ha inserito il flurprimidol nell’apposito elenco delle sostanze attive contenute nella direttiva europea relativa all’immissione in commercio dei prodotti fitosanitari.

Dunque la sostanza non potrà più essere utilizzata come principio attivo nei prodotti fitosanitari perché nocivo per l’uomo e l’ambiente. A partire da oggi (data di pubblicazione della decisione Ue) gli Stati membri non possono né concedere, né rinnovare le autorizzazioni all’immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari contenenti tale sostanza e quelle già concesse devono essere revocate entro il 13 luglio 2009.

I fitosanitari - ossia antiparassitari chimici per le piante utilizzati soprattutto in agricoltura - possono essere utilizzati per combattere gli organismi nocivi. Il fitoregolatore ad esempio è utilizzato per il contenimento della vegetazione delle piante ornamentali e dei prati sportivi. Ma i fitosanitari in generale possono essere usati anche per proteggere i vegetali o i prodotti vegetali da tutti gli organismi nocivi o a prevenirne gli effetti. Possono servire per conservare i prodotti vegetali; per eliminare le piante indesiderate e per eliminare parti di vegetali, frenare o evitare un loro indesiderato accrescimento.

Comunque sia e nonostante le molte funzioni possono comportare effetti nocivi sull’ambiente e sulla salute umana. Possono permanere come residuo nell’alimento trattato, negli animali nutriti con questi alimenti, o addirittura nel miele prodotto da api esposte a queste sostanze. Possono cadere sul terreno e arrivare fino alle falde acquifere magari utilizzate per l’irrigazione dei campi o per l’abbeveraggio degli animali.

Quindi proprio perché sostanza potenzialmente pericolosa, gli effetti del clorato sulla salute umana e sull’ambiente sono stati valutati prima dalla Finlandia (paese relatore) e poi dalla Commissione nell’ambito del comitato permanente per la catena alimentare e la salute degli animali.

Esaminando tale sostanza attiva, il comitato ha concluso - sulla scorta delle osservazioni ricevute dagli Stati membri - che esistono indizi chiari per ritenere che la sostanza possa avere effetti nocivi sulla salute umana e in particolare se si considera l’esposizione inaccettabile degli operatori.

Durante la valutazione di questa sostanza attiva sono emersi alcuni problemi. In particolare, in base alle informazioni disponibili, l’esposizione del lavoratore eccede i livelli di esposizione ammissibili per gli operatori (Aoel) in tutte le ipotesi e condizioni di impiego esaminate. Inoltre non sono disponibili dati sul profilo di impurezza delle partite impiegate negli studitossicologici.

E nonostante le ulteriori osservazioni e gli argomenti espressi dalla società richiedente l’autorizzazione alla commercializzazione le valutazioni effettuate sulla base delle informazioni fornite non hanno dimostrato che, nelle condizioni di utilizzo proposte, i prodotti fitosanitari contenenti clorato non siano dannosi per l’uomo e l’ambiente. (es)

Torna all'archivio