[15/01/2009] Energia

Crisi del gas, l´Ucraina perde fiducia in est Europa ma spuntano gli americani

LIVORNO. Continua l´incredibile stop and go del gas russo. Naftogaz Ukraina ha di nuovo respinto la richiesta di Gazprom di far transitare il suo gas verso l´Europa: 99,2 milioni di m3 al giorno attraverso la stazione di controllo di Soudja, dei quali 13,9 milioni destinati alla Moldavia, 63,1 ai Paesi balcanici e 22,2 milioni alla Slovacchia. L´Unione europea, che si era illusa (e ci aveva illuso) di un successo della sua mediazione, chiede ora che il conflitto sul gas non si trasformi in uno scontro politico. Il capo della missione Ue a Mosca, Marc Franco, ha detto che «Occorre rimediare al più presto alla situazione attuale, inammissibile per il consumatore europeo. Invece di politicizzare il conflitto gasiero, cosa pericolosa, bisogna risolvere le questioni tecniche. L´Europa ha due partner e chiede a loro di risolvere il loro conflitto».

Per Miroslav Kostelka, l´ambasciatore a Mosca della Repubblica Ceca (che ha la presidenza di turno dell´Ue) «Non possiamo giocare il ruolo di arbitro sul piano politico. Anche se il monitoraggio funziona, non è sufficiente a regolare le dispute tecniche. E´ infatti possibile trovare un compromesso, ma la soluzione non deve nuocere né all´immagine della Russia né a quella dell´Ucraina». L´immagine è abbondantemente infangata e l´equilibrismo europeo rischia di tramutarsi in immobilismo mentre la crisi cambia le alleanze e scatena nuovi simpatie e vecchi rancori sopiti dal ricordo del comune passato comunista.

Intanto Vladimir Putin, che sembra il più a suo agio in questa strana partita a scacchi, ha annunciato che sabato incontrerà a Mosca il primo ministro ucraino Julija Tymošenko per tentare di ristabilire le forniture di gas. Il portavoce del governo russo, Dmitri Peskov, ha spiegato che «Une conversazione telefonica ha avuto luogo oggi su iniziativa di Kiev tra il primo ministro russo Vladimir Putin e la sua omologa ucraina Julija Tymošenko. Putin ha indicato alla sua interlocutrice che le saracinesche russe sono aperte, sperando che l´Ucraina sblocchi a sua volta la sua rete di gasdotti per ristabilire l´approvvigionamento dei consumatori europei». Putin non vede «alcuna ragione perché il gas russo non passi dal territorio ucraino».

Poi è stata direttamente la portavoce personale di Putin, Natalia Timakova, a precisare che il 17 gennaio l´incontro sarà più ampio: «Attualmente, abbiamo inviato degli inviti ai capi di Stato e di governo dei Paesi consumatori e di transito del gas russo». L´Ue sarebbe già pronta ad inviare il ministro ceco dell´energia Martin Riman e il commissario all´energia Andris Piebalgs. L´Ucraina aveva chiesto che il summit si svolgesse in un Paese non implicato nel conflitto sul gas.

Dopo una settimana di sospensione delle forniture I Paesi dell´Europa orientale sono sempre più preoccupati, infreddoliti e arrabbiati con Kiev e sembrano averne le scatole piene dell´infinita querelle: l´ambasciatore ceco sottolinea che «Il conflitto gasiero russo-ucraino ha dimostrato la necessità di regolare durevolmente il problema della fornitura di idrocarburi sulla base di principi internazionali stabiliti. L´obiettivo della presidenza ceca dell´Ue e di creare in Europa un settore energetico competitivo e stabile e di diversificare al massimo le sue fonti di approvvigionamento, soprattutto al progetto del gasdotto Nabucco. Anche il prossimo incontro del Consiglio di partenariato permanente Russia-Ue, che si svolgerà durante la presidenza ceca, sarà dedicato all´energia». Si tratta di un avvertimento alla Russia a non tirare troppo la corda, visto che il Nabucco dovrebbe passare da Azerbaigian, Georgia, Turchia, Bulgaria, Romania e Ungheria ed Austria, aggirando la Russia e il nodo ucraino.

Ma la Russia sembra aver vinto la battaglia dell´informazione, almeno tra i suoi ex satelliti bulgari, moldavi e slovacchi. «L´Ucraina sta perdendo la fiducia dei sui partner europei» ha avvertito il premier slovacco Robert Fico che governa un Paese che dipende al 97% dal gas russo. Il primo ministro bulgaro Sergei Stanichev in un incontro con la Tymošenko l´ha avvertita: «Sul piano politico, il pregiudizio sarà a lungo termine ed importante per ambedue le parti, ma la Russia avrà meno difficoltà a superare questi aspetti negativi».

Gazprom intanto sta esaminando itinerari alternativi per rifornire l´Europa orientale passando attraverso la Bielorussia e la Polonia, in particolare con l´utilizzo del gasdotto Iamal-Europa e chiede all´Unione europea di procedere, come già minacciato dal presidente della Commissione Ue Manuel Barroso, ad avviare procedimenti giudiziari verso l´Ucraina, così come previsto dall´articolo 27 della Carta dell´energia.

I russi stanno comunque giocando una partita politica costosa: i mancati guadagni di Gazpron ieri erano già arrivati a 1,2 miliardi di dollari. Le difficoltà di Kiev sono evidenti e quando l´Ucraina è in difficoltà gioca la carta americana. Il portavoce del ministero degli esteri ucraino, Vassili Kirilitch, ha confermato le indiscrezioni che circolano sui media russi: "Carta" del partenariato strategico russo-ucraino che conterrebbe delle clausole che puntano a coinvolgere gli Usa nella modernizzazione della rete delle condotte del gas.

«E´ vero che la "Carta" contiene clausole che si basano sulla partecipazione degli Stati Uniti alla modernizzazione della rete gasiera ucraina. Il documento prevede meccanismi concreti di cooperazione energetica. In primo luogo, c´è il problema di formare un gruppo di lavoro bilaterale per la sicurezza energetica, così come di approfondire il dialogo Ucraina-Usa-Ue in questo campo, Coscienti dell´importanza del buon funzionamento del settore energetico nazionale, le parti prevedono una cooperazione intensa al fine di ricostruire e modernizzare la rete gasiera ucraina, diversificare e rendere sicure le fonti di combustibile nucleare, il che diminuirà la dipendenza di Kiev verso i fornitori nucleari stranieri».

L´Ucraina chiede nuovi investitori che modernizzino il suo sistema energetico senza porre condizioni politiche o esercitare pressioni. Come l´arrivo di questo disinteressato partner sia possibile appartiene più alla fantapolitica che alla politica. Lo stesso vice-ministro degli esteri dell´Ucraina, Konstantin Elisseïev, ieri ha detto che il suo Paese ha bisogno di 2,5 miliardi di euro per modernizzare ed allargare la rete nazionale del gas. Chi sia disposto a farlo senza garanzie politiche in un Paese instabile e probabilmente pronto a rifarsi governare dai partiti filo-russi è un mistero, anche se l´agenzia di stampa Izvestia ha annunciato che i gasdotti ucraini potrebbero presto avere un nuovo padrone venuto da oltre-oceano e che «la rete (del gas)completamente obsoleta preoccupa da molto tempo la Russia e l´Ue che sono disposte ad investire nella sua riparazione, però Kiev si oppone».

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