[15/01/2009] Acqua

Lo Yangtze in crisi ecologica dovrà spegnere la sete di Pechino

LIVORNO. A partire dal 2014, lo Yangtze dovrà dissetare Pechino con un miliardo di metri cubi di acqua all´anno. Secondo Cheng Jing, responsabile delle risorse idriche della capitale cinese, «Il volume di acqua prelevato dal fiume Yangtze rappresenterà circa un quarto dell´approvvigionamento di Pechino. L´acqua del fiume fornita dal progetto di trasferimento delle acque Sud-Nord, aiuterà a ridurre la penuria d´acqua in città». La sete di Pechino non è stata mitigata nemmeno dalle imponenti opere idriche realizzate in occasione delle Olimpiadi: dal settembre 2008 la città ha dovuto fare i conti con la siccità ed è stata obbligata a dirottare urgentemente un flusso di acqua di 300 milioni di metri cubi dalla vicina provincia dell´Hebei, anche a costo di problemi ambientali notevoli.

Secondo Cheng questa è solo una misura tampone: «L´acqua dell´Hebei sarà sufficiente fino al mese di maggio». Infatti la carenza idrica di Pechino è certamente dovuta all´inasprirsi di fenomeni naturali che si mischiano al global warming ed a condizioni antropiche locali. Dal 1999, la capitale cinese ha conosciuto 9 anni consecutive di siccità ed è piovuto solo il 75% di quello che ci si aspettava. Il 2010 potrebbe essere l´anno della crisi, visto che la popolazione cittadina (senza contare l´enorme megalopoli diffusa che la circonda, raggiungerà i 17 milioni, 3 milioni in più di quanti ne possono sostenere le risorse idriche attualmente disponibili.

Per i pechinesi si annuncia anche un aumento del prezzo dell´acqua già nei primi 6 mesi del 2009, visto che secondo Cheng «il suo prezzo attuale non copre il costo degli impianti di trattamento idrico. Al riguardo sarà avviata una consultazione sul riaggiustamento del prezzo dell´acqua ed il progetto sarà applicato dopo l´approvazione della municipalità».

Lo Yangtze è uno dei più lunghi fiumi del mondo, scorre interamente in Cina con un percorso di 6. 300 km. Il "Fiume azzurro" ha la sua sorgente nel Qinghai ed attraversa 10 province prima di gettarsi nel Mar Cinese Orientale, vicino a Shanghai. Un corso d´acqua già in crisi ecologica per l´arretramento dei ghiacciai nelle montagne cinesi, ostruito da numerose dighe, compresa quella gigantesca delle Tre Gole e il governo cinese cerca di correre ai ripari con 8 progetti di conservazione e controllo delle sua acque che dovranno essere avviati nel 2011, per migliorarne l´utilizzo idrico e proteggere l´ecologia del fiume.

Cai Qihua, direttore della Commissione delle risorse idriche dello Yangtze ha spiegato che «Queste iniziative includono il rafforzamento delle dighe lungo il corso medio ed inferiore, la costruzione di progetti di controllo delle inondazioni nei principali affluenti e nei laghi, il controllo dei fiumi minori e dei torrenti di montagna pericolosi».

Altri progetti riguardano la realizzazione di bacini idrici artificiali ed impianti per il controllo delle inondazioni, centrali idroelettriche, meccanismi di prevenzione dell´erosione dei suoli, una rete di sorveglianza della qualità dell´acqua ed installazioni per la protezione dell´ambiente che non si capisce bene quali siano all´interno di un così vasto progetto di imbrigliamento del gigantesco fiume.

Secondo l´Ufficio per il controllo delle inondazioni e la lotta contro la siccità della provincia dell´Hubei (la stessa che fornisce l´acqua a Pechino), «alcuni affluenti del fime Yangtze, quali il fiume Xiaoshui e il fiume Chuhe, sono esondati l´anno scorso, innescando frane del terreno e nei torrenti di montagna. Alla fine del novembre 2008, le inondazioni nel bacino del fiume Yangze hanno fatto circa 300 morti e colpito la vita di 7,9 milioni di persone. Un total di 8222 paesi hanno sofferto per la catastrofe e 230.000 case sono state distrutte, causando una perdita di 34,5 miliardi di yuans» (5 miliardi di dollari).

Insomma, mentre Pechino soffre la sete e la siccità rende la vita difficile a milioni di cinesi, il "fiume azzurro" provoca alluvioni nonostante la costruzione di dighe gigantesche che avrebbero dovuto assicurarne il suo "addomesticamento". Troppa acqua in poco tempo e poca acqua per lungo tempo stanno creando un disastro ambientale che la sete delle megalopoli cinesi non potranno far altro che rendere ancora più critico.

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