[14/01/2009] Energia

Nucleare, dopo quello del no e quello del fare, ecco l´ambientalismo dell´astenersi!

LIVORNO. La bocciatura avvenuta ieri al Consiglio regionale della toscana della mozione presentata dai consiglieri di sinistra democratica, Verdi, Rifondazione, Comunisti italiani e gruppo misto, per dichiarare l’intero territorio toscano non disponibile alla realizzazioni di centrali nucleari, ha creato un polverone nella maggioranza che sostiene la Giunta.
Bocciata per l’astensione dei due consiglieri del Pd presenti in aula, Alberto Monaci e Gino Nunes, «perché, pur avendo approvato un piano energetico regionale che non prevede l’uso del nucleare, non si può escludere categoricamente ogni evoluzione della tecnologia», ha suscitato il disappunto della parte politica che sostiene la maggioranza e che la mozione l’aveva presentata, che ha messo in discussione la posizione del partito democratico sulla questione nucleare. Soprattutto alla luce dell’approvazione del Piano energetico regionale, avvenuta pochi mesi fa, che esclude qualsiasi opzione di ritorno all’energia dall’atomo.

«La posizione del Pd sul nucleare è chiara, e non ha alcuna incrinatura- ci ha detto al telefono il consigliere Erasmo D’Angelis, a capo della Commissione Ambiente- siamo contrari all’ipotesi di ritorno al nucleare nel paese e a maggior ragione nella nostra regione. Il nucleare di oggi è costoso, pericoloso e ne possiamo fare tranquillamente a meno applicando il piano energetico che abbiamo varato».

E allora come si spiega l’astensione di ieri?
«Con il fatto che non è stata accolta la richiesta di inserire, una frase che è scritta anche sul Pier, e che riguarda la non contrarietà a proseguire comunque la ricerca sul nucleare civile di quarta generazione».

Ma lei come avrebbe votato?
«Io avrei votato a favore, ma anch’io non sono contrario al fatto che si continui la ricerca. Mi sembra che quanto accaduto ieri sia da ricondurre ad una forzatura, ma non mette in discussione la posizione del gruppo rispetto all’ipotesi nucleare»

Già, ma dato che tutte le forze che hanno dato vita a questa vicenda stanno nella stessa maggioranza, non potevano mettersi d’accordo prima di presentare la mozione in aula?
A questa domanda sembra rispondere la nota del Pd che sottolinea come la polemica aperta sulla vicenda di ieri dalla Sinistra democratica sia «non solo priva di fondamento ma è fuorviante e mistificatoria».

Da quanto sostiene nella nota il Pd, la richiesta di aggiungere nel testo il richiamo alla ricerca del nucleare di nuova generazione non è un fatto estemporaneo. Si legge infatti che «Le colleghe Petraglia e Giovannini sanno bene che da diverse settimane avevamo chiesto la loro disponibilità ad accogliere la nostra proposta di inserimento nel testo - in linea con il Piano Energetico Regionale e con le posizioni nazionali e regionali del nostro partito - del sostegno all’attività di ricerca e sviluppo del cosiddetto nucleare di quarta generazione».

Quindi la richiesta c’era stata, non è stata accolta e la mozione è stata bocciata. «L’incomprensibile scelta dei firmatari della mozione di non menzionare ciò che pure hanno votato con il Piano Energetico Toscano (il richiamo alla ricerca sul nucleare ndr) ha motivato la nostra astensione come critica al metodo seguito e non al merito della questione» continua la nota del Pd. Da cui se ne deduce che in questa vicenda ha contato di più il mantenimento delle proprie posizioni da una parte e dall’altra che non la volontà di ricomporre una posizione unitaria. Un famoso e ormai datato refrain diceva: non capisco ma mi adeguo. Inoltre, e soprattutto, se si spendono i soldi in ricerca sul nucleare non se ne spendono per le rinnovabili. Esattamente come è successo fino ad ora. Il 90% dei soldi della ricerca pubblica sono, infatti, finiti al nucleare. Se non si sceglie, si fa del cerchiobottismo e non si investe dove si deve investire.

Tutta la vicenda non è piaciuta a Legambiente: l´astensione dei consiglieri del Pd ha fatto sì che non passasse la mozione anti-nucleare presentata da Sinistra Democratica, Verdi, Rifondazione Comunista e Partito dei Comunisti Italiani contro la previsione di centrali nucleari in Toscana.

«Era prevedibile il voto contrario del centrodestra dal momento che il governo Berlusconi sta rilanciando il nucleare - ha dichiarato Piero Baronti, presidente di Legambiente Toscana - ma il voto del PD insieme a quello dei propositori della mozione avrebbe potuto far sì che il Consiglio Regionale Toscano assumesse una chiara posizione in materia, ribadendo che il nucleare è costoso ed è un affare solo per chi lo realizza, che ci sono ancora problemi di sicurezza ed è irrisolto il nodo dello smaltimento delle scorie. Quello che deve fare la Regione Toscana non è aprire il territorio regionale a procedure di individuazione dei siti idonei all´attivazione di centrali nucleari, ma promuovere a tutto campo le rinnovabili come sancito nel Piano di Indirizzo Energetico Regionale».
In fondo, chiede Legambiente ai consiglieri del centro destra del PD, in quale parte del territorio regionale si potrebbe accettare la costruzione di una centrale nucleare?

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