[13/01/2009] Rifiuti

La canna al compost di Cuba e il boom del biologico in Cile

LIVORNO. L´industria cubana dello zucchero vuole aumentare la produzione e l´utilizzo di fertilizzanti organici, convinta che ne trarrà beneficio l´ambiente e anche le finanze, visto che così ridurrà l´acquisto all´estero di fertilizzanti chimici.

Liobel Pérez, dell´ufficio comunicazioni del ministerio del Azúcar di Cuba ha spiegato a Tierramérica che «attualmente produciamo 175.000 tonnellate all´anno di compost a partire da una miscela di vari sottoprodotti e rifiuti dell´industria saccarifera».

A Cuba nel 20008 sono stati concimati 18.000 ettari con questo compost ed altri 800 con la "cachaza", un residuo della chiarificazione del succo di canna e che viene sparso direttamente sui campi.

Pérez spiega che «Il compost facilita il drenaggio del suolo, resiste alle decomposizione microbica, fissa l´azoto atmosferico e possiede un alto contenuto di fosforo, potassio, calcio, magnesio e azoto».
Il compost viene sempre più usato anche per gli "orti urbani" che fioriscono all´Avana per far fronte alla crisi che è anche penuria alimentare.

In un altro Paese latinoamericano, il Cile, è in atto un vero e proprio boom dell´agricoltura biologica. Secondo un rapporto dell´ufficio di Estudios y Políticas Agrarias (Odepa) del governo cileno, negli ultimi due anni hanno avuto la certificazione biologica 30.443 ettari, tra questi 16.878 ha sono adibiti alla raccolta di prodotti del sottobosco e di erbe officinali; 4.161 ha a frutteto; 2.974 a vigneto; 1.758 ha a fragole, mirtilli e prodotti simili.

María Teresa Pérez, dell´Agrupación de agricultura orgánica chilena, spiega che «Sempre più agricoltori si rendono conto che è redditizio produrre in maniera biologica. I produttori biologici sono gli unici che crescono del 20% all´anno in agricoltura».

Secondo il rapporto «la superficie di coltivazioni biologiche (frutta e ortaggi) è aumentata del 17% (1.359 ettari) rispetto al periodo precedente».

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