[08/01/2009] Urbanistica

Province d´Italia e pianificazione territoriale

Da molte parti oggi s´avanza l´idea dell´abolizione delle Province. Persino dall´attuale capo del Governo nazionale giungono indicazioni di tal genere. E d´altronde non ci meraviglia affatto che l´onorevole Berlusconi riproponga l´abolizione delle Province: se potesse demolirebbe tutto ciò che è pubblico. Statale. Meraviglia, comunque, la tiepidezza delle reazioni delle opposizioni. Certo è che si è smarrita quasi del tutto la consapevolezza del ruolo delle istituzioni.

Ricordo, dunque, alcune cose fondamentali. Dopo la riforma del 1990, con la legge 142 alle Province è stato assegnato un ruolo importantissimo: la pianificazione territoriale. Esistono molti problemi di organizzazione delle città e dei territori che non possono essere risolti dalla pianificazione comunale. Questioni come la mobilità e le relative infrastrutture (essenziali per le pendolarità casa-lavoro, casa-scuola e casa-servizi), la localizzazione delle attrezzature e degli impianti che servono più Comuni, la gestione dei rifiuti, la tutela delle acque e delle altre risorse del territorio, la programmazione dell´edilizia sociale. Tutto ciò richiede una pianificazione "d´area vasta". Dopo numerosi tentativi di costituire nuove "autorità" cui affidare questo ruolo, si scelse di individuarle nelle Province: ente elettivo di primo grado, già presente nella storia d´Italia come emanazione del potere centrale, reso democratico e legato al territorio dalla Costituzione.

Sciogliere le Province significherebbe rinunciare al ruolo pubblico di programmazione delle trasformazioni territoriali e abbandonarlo nelle mani del mercato e dei poteri forti privati. Accrescerebbe quindi il disordine, il disagio degli abitanti, lo sprawl e il consumo di suolo, la devastazione delle risorse essenziali che già caratterizzano pesantemente ampie zone del nostro Paese. Allontanerebbe ulteriormente l´Italia dal resto dell´Europa, dove alla pianificazione d´area vasta si sta tentando di attribuire un´efficacia ancora maggiore.

Altro discorso è il ruolo effettivamente svolto dalla Province, sempre più spesso gestite da un ceto politico impreparato e squalificato, capace soltanto di alimentare clientele e favoritismi, piccoli interessi di bottega. Insomma: una pratica politica "provinciale", assolutamente priva di cultura statale ed europea.

*Presidente Italia Nostra Sicilia

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