[07/01/2009] Vivere con cura di Marinella Correggia

Nuoce gravemente anche all’ambiente

RIETI. Fra le innumerevoli incoerenze degli ecologisti, ambientalisti, solidal-internazionalisti, c’è la sigaretta che tengono fra le labbra a mo’ di succhiotto o fra le dita impedendosi di fatto l’uso di una mano. Che il tabacco faccia male alla salute fino a uccidere si sa: è scritto sui pacchetti dopo cause perse e risarcimenti milionari dovuti agli ammalati dalle case produttrici che non avevano informato i consumatori.

Ma ci sono anche innumerevoli considerazioni ecologiste che dovrebbero far cadere l’ultima sigaretta dalla bocca di ogni ambientalista sincero e farlo diventare un militante per la (possibile e necessaria) riconversione colturale.

1. Molte delle marche di sigarette (anche quelle eredi dei monopoli di stato) appartengono a multinazionali note fra l’altro per il lauto appoggio dato in passato a presidenti Usa guerrafondai.

2. Parte del tabacco consumato in Italia è coltivato nei paesi del Sud del mondo dove contribuisce a deforestare intere aree e a sfruttare braccianti.

3. Ovunque la coltivazione del tabacco richiede abbondante irrigazione, con consumo energetico e spreco del bene acqua. La coltura inoltre necessita di concimazioni chimiche protratte e ripetute, estremamente nocive per i terreni che sono anche avvelenati da diserbanti che ammorbano molte specie di animali selvatici.

4. I veleni raggiungono la falda idrica con effetti lenti e cumulativi nel tempo. E sappiamo quanto l’acqua diverrà preziosa in futuro.

5. Produrre tabacco costa molta energia non solo per i macchinari agricoli ma anche per l’essiccazione, ed energia significa gas serra in atmosfera. Per essiccare il tabacco nero tipico di alcune zone d’Italia occorre addirittura bruciare interi boschi di quercia col doppio effetto di gas serra in più e organismi produttori di ossigeno in meno.

6. Quanto costa a chi fuma e alla sanità pubblica questo vizio? Moltissimo.

7. Coerenza! Ecco alcune convincenti osservazioni trovate su un bollettino dell’Alto Tevere, zona tabacchicola: ”Ricordo fumatori incalliti che protestavano contro un inceneritore posto a chilometri di distanza da casa loro! E ricordo altri con la sigaretta in bocca dietro il banchetto della protesta contro l’elettrosmog causato dall’istallazione di una nuova antenna per comunicazioni! Da noi, oltre alle morti per i vari tumori causati dalle sigarette, c’è il fondato sospetto che il trattamento chimico dei terreni a tabacco causi quella quota superiore alla media nazionale di tumori intestinali che si registra nella valle. Non esiste in Altotevere emergenza più stringente della conversione agricola da tabacco a sane coltivazioni alimentari. Eliminiamo Nicotiana tabacum dai nostri campi e riacquisiamo il diritto di protestare, argomentare, proporre, progettare”.

E per chi trova difficoltà a smettere malgrado le buone intenzioni, ecco una cura che costa in tutto e per tutto dieci euro: il prezzo di questo libro: Smettere di fumare è facile se si sa come fare, di Allen Carr (ex fumatore incallito).

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