[05/01/2009] Energia

Tribunale ucraino blocca il transito del gas russo

LIVORNO. Secondo quanto scrive oggi il giornale on-line Ukrainskaya Pravda, il tribunale di Kiev ha vietato alla società Naftogaz Ukraine di effettuare il transito di gas russo al prezzo di 1,6 dollari per 1.000 m3 per ogni 100 chilometri. Il tribunale ha così accolto il ricorso del ministero ucraino dei combustibili e dell´energia che contestava l´attuale accordo di transito sul gas russo. Quella che sembrava essere la solita scaramuccia terminata nell´ennesima resa di Kiev a Mosca si sta rivelando come un pericolosissimo conflitto energetico dopo che, il 31 dicembre, l´Ucraina ha respinto l´offerta russa di una tariffa preferenziale di 250 dollari ogni 1.000 m3 (erano 179,5 nel 2008). Dopo lo stop ucraino, Gazprom ha chiuso i rubinetti e minacciato di fatturare il gas al prezzo di mercato europeo: 418 dollari ogni 1.000 m3. Kiev ha continuato a permettere il passaggio di gas verso l´Ue, ma i russi la accusano di furti ripetuti di quel gas e di non voler riprendere le trattative.

L´Ucraina ha annunciato che "preleverà" 21 milioni di m3 di gas in transito verso l´Ue, dicendo che solo così potrà garantire il totale del transito del gas attraverso il suo territorio anche in assenza di contratti di fornitura russo-ucraini. Gazprom è corsa ai ripari aumentando le forniture di gas verso l´Unione europea attraverso altri canali e le cancellerie dell´Europa occidentale, pur con i depositi di gas ben forniti, mostrano un fastidio sempre più evidente per l´atteggiamento della filo-occidentale Ucraina che non dimostra nessuna gratitudine per l´appoggio ricevuto dalla "rivoluzione arancione" antirussa.

La sentenza del tribunale aggrava ulteriormente la situazione e fa seguito al divieto di accesso alle stazioni di compressione e smistamento di gas dell´Ucraina ad osservatori stranieri. Il portavoce di Gazprom Sergei Kuprianov aveva respinto ieri le accuse ucraine: «Abbiamo informato i servizi di controllo di Naftogaz dei cambiamenti del volume di transito nelle stazioni di compressione. Attualmente, la parte ucraina pensa di presentare questi cambiamenti come la ragione per la quale l´Ucraina non assicura il transito di gas nel suo territorio».

Gazprom ha chiesto alla Commissione Ue di assicurare un controllo indipendente del transito del gas russo attraverso l´Ucraina ed avviato una denuncia contro Naftogaz presso l´Istituto di arbitraggio della Camera di commercio di Stoccolma. L´Ucraina forse questa volta sta tirando troppo la corda e rischia di trovarsi presto senza gas russo e senza tariffe di transito: se la solidarietà pan-slava difetta a Kiev è molto forte a Belgrado. Il 24 dicembre Russia e Serbia hanno firmato una serie di documenti per il passaggio del gasdotto South Stream dal Paese balcanico per fornire l´Europa. L´accordo prevede non più un gasdotto ma un´intera rete di trasporto di gas verso l´Ue sulla base di quanto concordato da Russia ed Italia il 23 giugno 2007. Il grande gasdotto da 31 miliardi di m3 all´anno partirà da Beregovaia, nel territorio russo di Krasnodar, per attraversare la Bulgaria, la Romania, la Slovenia, l´Ungheria e l´Austria, con grandi ramificazioni verso Serbia, Montenegro, Macedonia ed Italia. Aggirando l´infedele ucraina che rischia di rimanere con un palmo di naso e le tubazioni vuote.

I serbi puntano sul gas russo per attrarre investimenti stranieri e per usare i grandi tubi come porta di accesso per l´adesione all´Unione europea che Belgrado vorrebbe fare già nel 2009, nonostante l´Ue non pensi proprio che questo sia possibile. Ma il gas, come spiega Ria-Novosti, potrebbe fare il miracolo: «L´ammissione nell´Ue di un Paese dove passa un gasdotto russo sarà vantaggiosa per Bruxelles, perché la Serbia sarà non solamente un territorio di transito alla soglia dell´Unione europea, ma il "suo" Paese di transito».

Non è un caso che sia proprio l´Ucraina ad opporsi, visto che con la realizzazione dei due gasdotti North Stream, che passa sul fondo del Mar Baltico, e South Stream, che attraversa il Mar Nero, metterebbe fine ai suoi privilegi tariffari e ad ogni ricatto e furto del gas che la Russia avvia verso l´Europa. Vista da Belgrado e dal Baltico, forse la "folle" guerra del gas ucraina si capisce meglio.

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