[05/01/2009] Energia

Una nuova guerra del gas nel mar cinese orientale?

LIVORNO. Il portavoce del ministero degli esteri della Cina, Qin Gang, ha convocato una conferenza stampa a Pechino per respingere quanto scritto dal giornale giapponese Sankei Shimbun, che accusa la Repubblica Popolare di aver avviato, in maniera unilaterale, lo sfruttamento dei campi gasieri off-shore di Tianwaitian. Secondo il quotidiano giapponese, così la Cina violerebbe l´accordo sottoscritto nel giugno 2008 con il Giappone che riguarda lo sfruttamento delle riserve di idrocarburi nel Mar Cinese orientale.

Quing ha detto che «la Cina sfrutterà i campi gasieri di Tianwaitian e gli altri campi petroliferi o gasieri del Mar della Cina orientale con pieno diritto, perché questi si trovano nelle acque territoriali cinesi e che questo non è mai stato messo in questione. Il campo di idrocarburi di Tianwaitian è situato in acque territoriali che sono incontestate ed amministrate dalla Cina». Secondo l´alto funzionario, il Sankei Shimbun ha capito male cosa dice l´accordo sino-nipponico: «L´accordo tra Cina e Giappone riguarda le "altre acque", non sono per niente in questione le acque territoriali cinesi,. Lo sfruttamento della Cina del sito di Tianwaitian non viola l´accordo con il Giappone».

Il Quotidiano del Popolo sottolinea che la Cina nel Mare della Cina orientale «non fa che esercitare la propria sovranità». .I confini marittimi dell´area sono molto aleatori e rivendicati, fin dalla fine della seconda guerra mondiale, da Giappone e Cina, per questo Pechino è molto sensibile alle accuse del Sankei di sviluppare unilateralmente il campo gasiero off-shre di Tianwaitian.

Secondo il quotidiano nipponico si tratterebbe di una violazione dell´accordo di principio sul Mar Cinese orientale che prevede uno sfruttamento comune delle risorse energetiche, grazie a prospezioni effettuate insieme, alla scelta delle aree e ad un accordo su quali devono essere oggetto di sfruttamento comune con un beneficio ripartito tra Cina e Giappone.

Si tratta però di un accordo di massima, visto che Pechino e Tokyo stanno ancora continuando a discutere per estendere l´accordo e lo sfruttamento in comune ad altre aree "contese" del Mar cinese orientale. Ma secondo Qin le accuse del Sankei Shimbun «deformano il contenuto dell´accordo. Le consultazioni continueranno per svilupparlo al più presto e in comune, in altre parti del Mar Cinese orientale che non si trovano nelle acque territoriali non contestate della Cina. Non c´è fondamento per sollevare la questione dello sviluppo comune in tali zone».

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