[05/01/2009] Comunicati

Una proposta verde per Gaza: intervengano truppe di pace Onu, Ue e arabe

1. Processo di pace e contesto politico palestinese:
Il principale argomento politico di Hamas per il lancio di razzi contro Israele è che con la moderazione palestinese nei confronti di Israele non si arriva da nessuna parte. I razzi sono missili politici rivolti contro tutti i leader arabi "moderati" del Medio Oriente. Essi sottolineano sia che il processo di Annapolis non è riuscito a raggiungere sia un accordo israelo-palestinese sia che la situazione sul terreno non è migliorata rispetto a prima, nonostante il dialogo e la cooperazione con Israele da parte del presidente Abbas e del primo ministro Fayad. Se ci fosse stato un progresso significativo tra l´Autorità palestinese e Israele su questioni come gli insediamenti, Gerusalemme o prigionieri, Hamas sarebbe in una posizione molto più debole agli occhi sia dei palestinesi che del mondo arabo. Chiari segni di movimento verso una soluzione a due Stati darebbero al presidente Abbas una possibilità molto maggiore di recuperare i cuori, le menti e il territorio di Gaza. Un governo di unità nazionale dell´Anp e l´eventuale accettazione di Hamas della soluzione dei due Stati ha bisogno di una reale prospettiva di pace sul terreno e al tavolo dei negoziati che potrà avvenire solo sotto forte pressione degli Usa e dell´Unione Europea e un maggior coinvolgimento internazionale.

2. Elementi per uno stabile cessate-il-fuoco a Gaza:
La fine del lancio di razzi di Hamas e dell´attacco israeliano hanno bisogno di un accordo multilaterale e del coinvolgimento internazionale sul terreno, possibilmente sancito da una risoluzione del Consiglio di sicurezza dalle Nazioni Unite. Il blocco alla circolazione delle persone e delle merci in entrata e in uscita di Gaza deve finire, insieme al contrabbando di armi dall´Egitto. Il valico di Rafah con l´Egitto e l´attraversamento Erez con Israele devono essere aperti con un forte coinvolgimento dell´Ue e, eventualmente, con truppe arabe sotto il controllo ufficiale dell´Autorità Nazionale Palestinese, come richiesto dall´Egitto. Una missione delle di monitoraggio e peackeeping delle Nazioni Unite composta da truppe dell´Unione europea e arabe potrebbe assicurare il flusso di aiuti umanitari e la fissazione dei termini del cessate il fuoco, compresa la protezione della popolazione civile.

3. Accordo interno palestinese:
Un pre-requisito per un accordo stabile e il coinvolgimento internazionale è un accordo interno palestinese. Hamas e Fatah devono accettare la proroga di un anno del mandato presidenziale di Mahmoud Abbas che scade il 9 e gennaio ed accettare un ritorno ai principi di unità palestinese accettati con l´accordo della Mecca. Nuove elezioni presidenziali dovrebbero essere convocate nel 2010. Senza nessun accordo interno palestinese, o anche un minimo modus vivendi tra Hamas e Fatah, ci saranno poche speranze per uno stabile cessate il fuoco e l´opzione militare per un cambiamento di regime a Gaza rimarrà sul tavolo. Nessun coinvolgimento dell´Onu o internazionale sarà possibile senza il consenso di israeliani e palestinesi. Ci sono alcuni segnali che indicano che Israele potrebbe ora accettare truppe Onu a Gaza.

4. Un ruolo più importante per Ue:
L´Ue dovrebbe sostenere uno immediato cessate il fuoco e la fine di tutte le ostilità da parte di entrambi. La missione di polizia dell´Unione europea al valico di Rafah deve essere aggiornata, eventualmente con una dichiarazione congiunta di Ue e missione militare egiziana, e resa operativa sul territorio anche nei momenti di tensione. L´Ue dovrebbe sostenere una risoluzione vincolante delle Nazioni Unite per un cessate il fuoco sostenuto da una forza di pace che sverrebbe dispiegata nella zona di frontiera ed assicurare la consegna di aiuti umanitari. L´Unione europea deve chiedere una nuova conferenza internazionale di pace per rilanciare il processo di Annapolis e riconoscere l´iniziativa di pace araba come base per l´accordo.

*europarlamentare verde spagnolo

Torna all'archivio