[31/12/2008] Comunicati

Buon green 2009 a tutti

LIVORNO. “Difficile non è nuotare contro la corrente, ma salire nel cielo e non trovarci niente”. Così cantava diversi anni fa Ivano Fossati e l’immagine ci sembra calzante per inquadrare il momento (magari fosse solo un momento...) che sta vivendo la sinistra italiana. Questo 2008 la sinistra l’ha fatto tutto all’opposizione. Anche quando c’era Prodi. Anche con argomenti condivisibili. Anche in nome di battaglie giuste. I risultati del solo ‘nuotare contro la corrente’, però, si sono visti: fuori dal parlamento e partiti disintegrati in faide interne. Il difficile, infatti, non è – o almeno non è unicamente – dire no, dire così non si fa, scavalcare tutti a sinistra sistematicamente su tutto. Difficile è salire nel cielo e non solo perché, restando nella parafrasi, non ci si trova niente. Per salire – per assaltare il cielo avrebbero detto quelli del ’68 – ci vuole qualche idea. Sennò si cade e si cade pure di schiena.

Il centrodestra italiano, infatti, piaccia o non piaccia un’idea ce l’ha. E’ vecchia, stantia, non sa ispirarsi nemmeno nei fatti ai destri europei quali Merkel, Sarkozy o Barroso, ma trova consensi. Partecipazione o non partecipazione, dall’alto o dal basso, in Italia governano Forza Italia, An e Lega. Con un programma a tratti paradossale sono riusciti ad avere una maggioranza.

Questo 2008, però, riteniamo sia l’anno zero. Lo è per tutta la sinistra almeno, ma con la crisi mondiale lo è per tutti. Anche per chi con larghi sorrisi dice ‘non cambiate nulla del vostro stile di vita’. Che continui a dirlo. Ebbene noi abbiamo un’altra idea e continueremo pure noi a dirla. Nel nostro piccolo (piccolissimo) riteniamo che sia il momento proprio di ‘cambiare stile di vita’. Che non può essere solo a livello personale, perché non funziona e non basta contro una crisi che è finanziaria ed economica nel mezzo di una ecologica. Il cambio da fare è quello del modello economico: l’economia o sarà ecologica o non sarà. Obama lo sta dicendo e persino Giacomo Vaciago nell’editoriale di oggi sul Sole24Ore sostiene che quello – nel senso del modello - del neo presidente degli Usa è “una radicale novità”, “un diverso sentiero di sviluppo per tornare a crescere”. “Qualcosa – sono sempre parole di Vaciago – che ancora non si è visto né a Bruxelles, né a Roma, né nel resto d’Europa”. Questo non significa che Obama sia il messia o che valga solo quello che dice lui, non illudiamoci troppo e vediamo che cosa succederà, significa però che le idee buone possono fare strada. L’economia ecologica – che non significa somari al posto delle auto – è l’alternativa. Un modello meno dissipatore di energia e di materia che non è la bacchetta magica, ma che ha il pregio di rispondere a una serie di emergenze. Sociali e ambientali. La “crescita quale che sia” non è un dogma, se l’è inventata l’uomo. L’uomo può migliorare quello che ha creato e la crisi offre questa opportunità. L’Italia è matura soggettivamente per questo salto? C’è un partito che ha questa visione in testa? Al momento non sembra.

Come ci scrive una nostra lettrice – Claudia Bettiol che ringraziamo e a cui facciamo gli auguri di buon anno - facendo riferimento all’articolo di apertura del giornale di ieri, “questo è un ulteriore segno che non si deve procedere ad una ricostruzione di un sistema economico-finanziario internazionale ma anche ad un modo di fare opposizione. Di diffondere la cultura”. “Se il sistema – aggiunge - è cresciuto in modo aberrante fino a causare il "panico" di questi ultimi mesi e a distruggere i sogni e le aspettative di milioni di persone ignavie, forse è anche causa di chi non ha saputo usare un linguaggio comprensibile e non ha capito quale era il vero bersaglio dell´azione politica”. “E´ come nel sistema jin e jang – prosegue - . Per avere armonia bisogna avere una ciclicità fra due sistemi. Negli ultimi anni, invece, un sistema era praticamente scomparso mentre un altro aveva la possibilità di invadere ogni parte del pianeta e la vita quotidiana delle persone. Per questo ora dobbiamo pensare ad un modo di costruire un sistema finalmente sostenibile ma anche un suo "alter ego".
Se come dicevamo il 2008 è stato l’anno zero, il 2009, dunque, sarà l’anno uno: non sprechiamolo.

Buon “green” anno a tutti

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