[30/12/2008] Comunicati

Gli enti pubblici devono aggiornare il catalogo pubblico delle informazioni ambientali

LIVORNO. E’ arrivato il tempo per le “autorità pubbliche” di adempiere ai propri obblighi in materia di informazioni ambientali: scade domani il tempo massimo per aggiornare il catalogo pubblico delle informazioni ambientali in loro possesso, per aggiornare il piano per renderle disponibili progressivamente su banche dati elettroniche, per inviare al ministero dell’ambiente e del territorio i dati relativi alle richieste di accesso in materia ambientale e per inviare la relazione sugli adempimenti posti in essere in applicazione della disciplina relativa all’informazione ambientale allo stesso dicastero.

Poi, entro il 14 febbraio 2009 il ministero dovrà elaborare una relazione sull’attuazione della disciplina sull’informazione ambientale, dovrà inviarla alla Commissione europea e dovrà renderla accessibile al pubblico.

Una serie di adempimenti (annuali) dettati dal legislatore statale del 2005 che con il Dlgs 195/05 ha recepito la relativa disciplina europea però del 2003 e che solo nell’agosto di questo anno è stata attuata grazie alla circolare ministeriale 4 agosto 2008. E tutto ciò al fine di garantire il diritto di accesso all’informazione ambientale e per garantire che l’informazione ambientale sia sistematicamente e progressivamente messa a disposizione del pubblico e diffusa, anche attraverso i mezzi di telecomunicazione e gli strumenti informatici, in forme o formati facilmente consultabili, promuovendo, in particolare, “l’uso delle tecnologie dell´informazione e della comunicazione”.

Dunque le amministrazioni pubbliche statali, regionali, locali, le aziende autonome e speciali, gli enti pubblici e i concessionari di pubblici servizi, e pure ogni persona fisica o giuridica che svolga funzioni pubbliche connesse alle tematiche ambientali o eserciti responsabilità amministrative sotto il controllo di un organismo pubblico, deve rendere fruibili i dati relativi allo stato degli elementi dell´ambiente (quali l´aria, l´atmosfera, l´acqua, il suolo, il territorio, i siti naturali, compresi gli igrotopi, le zone costiere e marine, la diversità biologica ed i suoi elementi costitutivi, compresi gli organismi geneticamente modificati, e, inoltre, le interazioni tra questi elementi) e ai fattori quali le sostanze, l´energia, il rumore, le radiazioni, i rifiuti, anche quelli radioattivi, le emissioni, gli scarichi ed altri rilasci nell´ambiente, che incidono o possono incidere sugli elementi dell´ambiente.

E non solo questo. Perché le informazioni ambientali – secondo il disposto normativo – riguardano anche le misure amministrative, quali le politiche, le disposizioni legislative, i piani, i programmi, gli accordi ambientali e ogni altro atto, anche di natura amministrativa, le attività che incidono o possono incidere sugli elementi e sui fattori dell´ambiente e le misure o le attività finalizzate a proteggere i suddetti elementi.

E infine anche altre informazioni devono essere rese pubbliche come le relazioni sull´attuazione della legislazione ambientale; le analisi costi-benefici ed altre analisi ed ipotesi economiche, usate nell´ambito delle misure e delle attività. E naturalmente anche lo stato della salute e della sicurezza umana, compresa la contaminazione della catena alimentare, le condizioni della vita umana, il paesaggio, i siti e gli edifici d´interesse culturale, per quanto influenzabili dallo stato degli elementi dell´ambiente o, attraverso tali elementi, da qualsiasi fattore.

Insomma una serie di dati che possono incidere sull’intero “sistema”.
Del resto la disponibilità d’informazioni tempestive, pertinenti e affidabili sull’ambiente è assolutamente necessaria per consentire ai responsabili politici di far fronte ai problemi ambientali del nostro tempo. Ma non è sufficiente. I cittadini hanno il diritto di conoscere la qualità dell’aria e dell’acqua del luogo in cui vivono e di sapere se inondazioni, siccità e inquinamento minacciano i loro beni e le loro fonti di sostentamento.

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