[29/12/2008] Parchi

I corsari di Sea Sherped cacciano le baleniere giapponesi dalle acque australiane

LIVORNO. Nei mari del sud è iniziato nuovamente l´eterno rimpiattino tra le baleniere giapponesi e gli ambientalisti. Questa volta è la Sea Shepherd Conservation Society´s, un gruppo nato da una costola di Greenpeace e noto per i suoi metodi aggressive e sbrigativi fino alla provocazione ed allo scontro fisico, a cantare vittoria, assicurando di aver costretto le baleniere giapponesi ad abbandonare la Australian Economic Exclusion Zone.

«Da sabato scorso abbiamo dato la caccia ai whalers per oltre 800 miglia in mezzo al maltempo e al gelo – ha detto Paul Watson, il capitano della Steve Irwin – Sono fuggiti verso est, siamo nella loro scia e continueremo a starci». La nave ambientalista ha avvistato la baleniera Yushin Maru 2 e la nave appoggio Kaiko Maru già dal 20 dicembre e la Sea Sherped tiene sotto osservazione aerea anche la Nisshin Maru.

A quanto dice la Sea Shepherd Conservation Society´s, l´intera flotta baleniera giapponese si starebbe spostando verso oriente a forte velocità e non avrebbe ancora arpionato balene. «Continuano a fuggire – dicono gli ambientalisti - La buona notizia è che non sono più a caccia di balene che non sono riusciti a cacciarle nelle acque dell´Australian Antarctic Territory prima di essere costretti a fuggire dall´ Australian Eez. Attualmente sono nelle acque dalla Ross Dependency e la Steve Irwin li insegue».

I giapponesi si sarebbero quindi spostati nell´oceano vicino alla Nuova Zelanda, ma sempre nel santuario internazionale delle balene e proprio qui vorrebbero cacciare a "fini scientifici" i cetacei inclusi nelle liste rosse dell´Iucn, ma Watson promette battaglia: «Continueremo a perseguitarli, molestarli e ad intervenire contro i loro attacchi letali e palesemente illegali alle balene». Il problema è che la Sea Shepherd Conservation Society´s ha a disposizione carburante fino a metà gennaio per continuare questo rimpiattino nei mari glaciali, poi dovrà tornare in Nuova Zelanda a fare rifornimento e le ben rifornite baleniere nipponiche approfitteranno di questa finestra di tranquillità per fare mattanza.

La guerra delle balene nel 2007 sarebbe costata alle baleniere di Tokyo perdite per oltre 70 milioni di mancato guadagno ed avrebbe salvato circa 500 grandi cetacei dagli arpioni. Il 26 dicembre la Steve Irwin ha abbordato la Kaiko Maru una delle navi "scientifiche" della flotta giapponese al largo della penisola di Mawson, nell´Australian Antarctic Territory, lanciando a bordo bottiglie di latte avariato e di colorante indelebile, intimando di uscire dalle acque territoriali australiane.

La baleniera giapponese ha tentato di speronare gli ambientalisti danneggiando lievemente la poppa della Steve Irwin e un elicottero che serve a disturbare la caccia alle balene dal cielo. «Il nostro obiettivo - spiega Watson – è quello di cacciarli dalla Australia´s Economic Exclusion Zone. Un ordinanza federale australiana afferma chiaramente che queste acque sono una zona economica esclusiva australiana e vieta specificamente a queste baleniere di cacciare in queste acque. Abbiamo informato i Whalers che stanno violando questa sentenza della Corte». La caccia tra le nebbie i ghiacci continua e, per ora le balene ringraziano.

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