[18/12/2008] Energia

Elettrodomestici, l´Ue detta le regole per limitare il consumo di energia

LIVORNO. Nella Comunità Ue il consumo annuo di energia elettrica è dovuto anche alle perdite delle apparecchiature elettriche ed elettroniche domestiche e da ufficio in stand-by o spente. Il consumo stimato annuo di energia elettrica dovuto a tali perdite è pari a 47 TWh nel 2005, corrispondente a 19 Mt di emissioni di CO2. Ma tali perdite potrebbero essere ridotte attraverso misure specifiche di programmazione ecocompatibile. Ecco dunque che la Commissione europea detta tali misure in un regolamento pubblicato sulla Gazzetta ufficiale europea di oggi “con l’obiettivo di armonizzare le specifiche per tali funzionalità in tutta la Comunità, contribuire al funzionamento del mercato interno e migliorare l’efficienza ambientale dei prodotti interessati”.

Da uno studio preliminare effettuato dall’Ue infatti risulta che in assenza di misure specifiche tale consumo potrebbe salire a 49 TWh nel 2020. Mentre un miglioramento dei consumi di energia elettrica, nei modi stand-by e spento, potrebbe essere conseguito applicando tecnologie “accessibili in termini di costi” e che consentano di ridurre le spese sia per l’acquisto sia per il funzionamento delle apparecchiature.

Le specifiche per la progettazione ecocompatibile dunque non dovrebbero avere un impatto negativo sulla funzionalità del prodotto né conseguenze negative per la salute, la sicurezza o l’ambiente. In particolare – afferma la Commissione – “i benefici derivanti da una riduzione del consumo di energia elettrica nella fase di uso dovrebbero più che compensare i possibili impatti ambientali nella fase di produzione di apparecchiature con perdite nei modi stand-by e/o spento”.

L’applicazione del presente regolamento dovrebbe limitarsi ai prodotti corrispondenti ad apparecchiature domestiche e da ufficio destinate all’uso in ambiente domestico che, per le apparecchiature di tecnologia dell’informazione, corrispondono alle apparecchiature di classe B quali stabilite dalla norma EN 55022:2006. L’ambito di applicazione dovrebbe essere definito in modo tale che le apparecchiature non ancora disponibili sul mercato - ma che avranno funzionalità simili a quelle dei prodotti esplicitamente menzionati nel presente regolamento - siano progettate conformemente alle pertinenti specifiche. Se del caso, l’elenco dei prodotti potrà essere integrato e modificando.

Dunque i prodotti – si legge nel preambolo del regolamento - dovrebbero passare idealmente a una situazione di consumo “0 Watt” quando non eseguono alcuna funzione. Ma per avvicinarsi a questo obiettivo bisogna dare il tempo ai produttori di adeguarsi per riprogettare le apparecchiature per quanto riguarda le perdite nei modi stand-by e spento.

Ecco perché l’entrata in vigore del regolamento è prevista in due fasi: una dopo un anno dall’entrata in vigore del regolamento (venti giorni dopo la sua pubblicazione) con determinati obiettivi di riduzione di consumo di energia in stand-bay o spento; e l’altra dopo quattro anni sempre dall’entrata in vigore del regolamento con obiettivi più ambiziosi.

Del resto il presente regolamento dovrebbe favorire la penetrazione sul mercato di tecnologie che consentano di migliorare l’efficienza energetica nei modi stand-by e spento, con risparmi annui di energia stimati nell’ordine di 35 TWh nel 2020 rispetto ad uno scenario che lasci immutata la situazione attuale.

Ma comunque, che si parli di nuovi prodotti tecnologicamente più avanzati e progettati secondo i parametri dell’ecocompatibilità sempre si parla di produzione e quindi di uso di materia e di energia, che a fine vita (sempre che ci arrivino) diventano rifiuti anzi un Raee da gestire.

Non v’è alcun dubbio quindi che ogni tecnologia innovativa porta con sé anche un rovescio della medaglia, del resto lo abbiamo detto più volte da queste pagine che l’impatto zero non esiste.

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