[11/12/2008] Aria

Ban Ki moon e World Growth elogiano la Cina per la lotta al climate change

LIVORNO. Il segretario generale dell´Onu, Ban Ki-moon, si è congratulato con la Cina per il ruolo esemplare che svolge nella lotta contro il cambiamento climatico. L´impegnativo riconoscimento per quello che sembra diventato il più grande inquinatore del pianeta Ban Ki-moon lo ha espresso durante un incontro con la delegazione cinese a Poznan, dove il summit mondiale dell´Unfccc sta affrontando le ultime e cruciali giornate.

«La Cina, che risponde al cambiamento climatico in maniera positiva, ha elaborato una strategia climatica nazionale mirante a risolvere il problema da sola, fornendo un esempio agli altri Paesi» ha detto il segretario Onu a un soddisfattissimo Xie Zhenhua, vice-direttore della commissione nazionale per lo sviluppo e le riforme della Cina.

Una dichiarazione subito ripresa e rilanciata con grande evidenza dall´agenzia ufficiale cinese Xinhua e che il governo di Pechino non mancherà di utilizzare a Poznan nella riunione ministeriale sui cambiamenti climatici che dovrà indicare vie e compiti per un accordo sul post-Kyoto.

Infatti Ban Ki-moon ha anche affermato che «la Cina ha giocato un ruolo positivo e costruttivo negli incontri di Poznan. Le consultazioni di Poznan saranno cruciali per la prossima riunione di Copenaghen».

Ban Ki-moon ha anche chiesto che «si pervenga a un consenso su tre questioni chiave: a cominciare dallo stabilire obiettivi di riduzione delle emissioni a lungo e medio termine per i Paesi in via di sviluppo, dal finanziamento accresciuto per la trasformazione dell´economia mondiale a basso consumo di carbonio, così come dall´adattamento al cambiamento climatico. Spero che il fondo di adattamento destinato ad aiutare I Paesi poveri per superare gli effetti negative del cambiamento climatico possa essere avviato al più presto».

Xie ha evidenziato il ruolo dell´Onu «nel quadro della gestione del cambiamento climatico e sulla sua influenza politica per promuovere la cooperazione su scala planetaria. La Cina ha fatto una serie di proposte per la riduzione delle emissioni, l´adattamento ai cambiamenti climatici e il trasferimento di tecnologie, si impegna anche nella cooperazione internazionale in materia».

Ma l´alto papavero cinese ha anche esortato «i Paesi sviluppati a prendere la testa della lotta contro il cambiamento climatico, procedendo ad una riduzione dal 25% al 40% delle loro emissioni di gas serra, per riportarle entro il 2020 al di sotto del livello del 1990. In assenza di un obiettivo a medio termine, tutti gli obiettivi a lungo termine sulla lotta contro il cambiamento climatico non avrebbero senso».

Forse Xie non conosce nemmeno il ministro Stefania Prestigiacomo ma sembra che si rivolga a lei ed alle sue ritrosie anti-Kyoto, anche quando, rispetto alla presunta competitività delle arretrate ed energivore fabbriche cinesi, evidenzia che «La Cina non risparmia i suoi sforzi per risparmiare energia. Nel 2007, lo sfruttamento delle energie rinnovabili in Cina ha controbilanciato le emissioni di 835 milioni di tonnellate di CO2».

Alla Cina è arrivato anche un altro importante riconoscimento dall´Ong "World Growth": il suo presidente , Alan Oxley ha detto a Xinhua che «Gli sforzi sviluppati in questi ultimi anni dalla Cina per piantare alberi hanno avuto un impatto considerevole sul suo ambiente e la sua economia e devono essere riconosciuti come uno degli strumenti volti a ridurre le emissioni mondiali di gas serra. Gli sforzi di rimboschimento della Cina hanno dimostrato che l´espansione della silvicoltura ridurrà le emissioni mondiali di gas serra e giocherà a favore della crescita economica. La Cina dovrà essere ringraziata, e una silvicoltura sostenibile estesa compenserà le emissioni di CO2 e produrrà dei dividendi per lo sviluppo. Gli sforzi della Cina sono stati largamente ignorati durante la conferenza sul clima di Poznan».

Tanto entusiasmo si basa su un nuovo rapporto di World Growth secondo il quale la Cina potrebbe ampliare la sua area coperta da foreste al 20% dell´intero territorio nazionale entro il 2010, il che aumenterebbe l´assorbimento della CO2 di 50 milioni di tonnellate, più o meno quanto ne emette la Svezia.

Secondo Oxley la Cina sarebbe perfettamente in linea con la Convenzione Onu sul cambiamento climatico che incoraggia l´adattamento: «La Cina cerca di migliorare l´efficienza energetica per ridurre i tassi di emissioni ed estende le sue foreste, sono misure tangibili per ridurre ui livelli di emissioni. Allo stesso tempo, c´è bisogno che la Cina continui a elevare le condizioni di vita e lo sviluppo dell´economia, un aumento generale delle emissioni durante un certo tempo è perciò inevitabile. E´ comprensibile, ma la Cina ha ugualmente indicato che un suo obiettivo chiave è quello di adattarsi ai cambiamenti climatici.

L´espansione della silvicoltura sostenibile è il modo più facile e meno caro di ridurre le emissioni. Nonostante questo è sempre ignorato dai negoziatori delle economie industrializzate. Una strategia a lungo termine per ridurre le emissioni sarebbe quella di lasciare intanto il tempo alle economie in via di sviluppo di elevare le condizioni di vita».

La coincidenza con le tesi di Pechino appare persino sospetta, ma la Cina giocherà anche le carte di questi riconoscimenti sul tavolo di Poznan, potendo dimostrare che non è solo sporca e cattiva e che forse fa qualcosa di più di qualche suo accusatore.

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