[10/12/2008] Energia

Comparto costruzioni: No all´eliminazione degli incentivi sul risparmio energetico

LIVORNO. La decisione del governo di inserire nel dl anticrisi l’articolo 29 comporta di fatto l’eliminazione dal nostro ordinamento degli incentivi per promuovere gli interventi mirati al risparmio energetico. Si tratta di una scelta incomprensibile rispetto sia all’urgenza di sostenere l’economia reale del Paese nonché rispetto agli stessi obiettivi di contenimento dei consumi di energia fissati dal protocollo di Kyoto.
ANCE, ANIE, ANIMA, ASSISTAL, FEDERBETON, FEDERCHIMICA, FEDERLEGNO-ARREDO, FINCO e OICE esprimono congiuntamente forte contrarietà del sistema delle costruzioni al sostanziale depotenziamento dell’incentivo del 55% per il risparmio energetico deciso dal governo.
E’ necessario che il governo riveda questa scelta stralciando l’articolo 29 dal testo del provvedimento.

Se ciò non avverrà ne deriveranno pesantissime conseguenze per l’economia complessiva del Paese. La norma infatti colpirà duramente non solo l’ampio tessuto imprenditoriale che opera in questo comparto, con gravi conseguenze anche a livello occupazionale, ma anche le tantissime famiglie che hanno in programma di realizzare, o hanno già realizzato, interventi di riqualificazione energetica della loro abitazione contando sui benefici previsti.
Né possono bastare le ultime, seppur positive, dichiarazioni del ministro Tremonti, che ha annunciato l’intenzione di eliminare la retroattività al 2008 delle nuove norme, dal momento che si tratta di un atto dovuto nei confronti dei contribuenti, che non possono vedersi cambiare le regole in corsa.
La sostanza del provvedimento, semplicemente rimandata di un anno, non cambia. E questo significa che il governo sta decidendo di fatto di annullare un incentivo che in due anni di operatività ha permesso più di 200.000 interventi (138.000 nel solo 2008 per una spesa di circa 1.950 milioni di euro) e che invece, già a partire dal 2009, per effetto dei limiti di spesa imposti dall’articolo 29, non darebbe vita a più di 35.000 interventi.
Un provvedimento anticrisi che voglia concretamente arginare gli effetti della grave situazione economica, dovrebbe al contrario promuovere investimenti proprio nel settore – quello appunto delle costruzioni – che rappresenta da sempre un forte traino per il motore economico del Paese e il 20% del PIL nazionale. Una politica peraltro pubblicamente condivisa e più volte annunciata dallo stesso Presidente del Consiglio.

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