[10/12/2008] Energia

Bonus energia, anche gli architetti protestano

LIVORNO. Piovono critiche sulla misura che prevede di porre un tetto agli sgravi fiscali del 55% per chi fa interventi volti alla riqualificazione energetica degli edifici e all’efficienza. Il provvedimento, sulla cui retroattività ha fatto un passo indietro il Ministro dell’economia Giulio Tremonti, renderà non più automatica dal prossimo anno la possibilità di accedere alla detrazione del 55% delle spese, ma legata ad un plafond e all’ordine cronologico con cui verranno depositate le richieste all’Agenzia delle Entrate.

Le critiche si sono levate già da più parti e oggi si è espresso anche il Consiglio nazionale degli Architetti che intervenendo sulla parte del decreto Legge 185/2008, cosiddetto ´´pacchetto anticrisi´´, laddove prospetta la riduzione degli incentivi fiscali a favore delle opere volte al contenimento dei consumi energetici, chiede al Governo di “recedere da tale intenzione contraria al principi di salvaguardia ambientale, già stabiliti in sede europea dalla Carta di Leipzig (Lipsia) e che , inoltre, provocherebbe danni alla ricerca, allo sviluppo economico e alla qualità della vita dei cittadini”. Per il presidente del Consiglio nazionale degli Architetti, Raffaele Sirica, “un provvedimento come quello adottato dal Governo non va nella direzione di favorire il superamento della crisi economica, anche perchè riduce l´attività delle aziende del settore della riqualificazione energetica, ma soprattutto non è coerente con alcuna politica di tutela dell´ambiente che può certamente trovare un significativo beneficio proprio attraverso il risparmio energetico”.

Un appello per rivedere la norma contenuta nel pacchetto anticrisi lo fa oggi anche l´Unione dei piccoli proprietari immobiliari di Bologna che la bolla come “rimedio paradossale e iniquo nella forma” e fa notare come “il decreto legge 185/2008 dispone una sensibile riduzione (di circa il 20%), per il triennio 2009-2011 dei fondi (in tutto circa 600 milioni di euro) destinati agli incentivi per interventi di riqualificazione energetica degli edifici, stabilendo un plafond assolutamente insufficiente”. Inoltre “A parte l´iniquità di penalizzare chi ha già operato le proprie scelte sulla base delle normative in essere -afferma il presidente provinciale Alberto Zanni- il provvedimento appare anacronistico e ben poco lungimirante”.

Secondo le cifre che ha citato Zanni, il comparto del risparmio energetico, aiutato dalla detrazione fiscale avrebbe “contribuito in modo importante alla crescita economica del paese”. Infatti, le oltre 230.000 domande presentate in due anni portano a calcolare un volume di 3,3 miliardi di euro di investimenti in ristrutturazioni ed isolamento di edifici, installazione di pannelli solari, di caldaie a condensazione, di impianti a maggiore efficienza energetica. “Contribuendo, e non si tratta di considerazione meno importante - ha sottolineato Zanni- da un lato al risparmio energetico, dall´altro al miglioramento dell´ambiente”.

L’invito è anche in questo caso al Governo e al Parlamento ad operare per porre rimedio a questo “provvedimento paradossale, iniquo nella forma, che mina la fiducia dei cittadini nei confronti dello Stato, ed assolutamente improduttivo nella sostanza”.

Per chiedere il ritiro del provvedimento domani Legambiente ha organizzato un sit in di fronte a Montecitorio, assieme a molte delle associazioni che avevano aderito alla manifestazione dello scorso 7 giugno a Milano, In marcia per il clima.

Cittadini, aziende, associazioni saranno domani alle 11 a chiedere che venga ritirato il provvedimento che taglia gli incentivi del 55% per le fonti rinnovabili e il risparmio energetico. “Facciamo sentire forte la nostra voce, sosteniamo le fonti rinnovabili e il risparmio energetico” è l’appello di Legambiente che chiede che “mentre l’Unione Europea si appresta ad approvare definitivamente il pacchetto energia e clima, e a Poznan si svolge la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, l’Italia s’impegni e faccia la sua parte, a cominciare dal cancellare quanto previsto per le detrazioni del 55% dal decreto legge 185/2008”.

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