[09/12/2008] Comunicati

Pacchetto clima-energia: i veti non hanno alcun valore

LIVORNO. Giornate intense per la diplomazia francese queste che la dividono dal Consiglio di giovedì e venerdì in cui si confronteranno due posizioni (con varie sfaccettature): chi ha chiaro l’intreccio tra la crisi economica e climatica e vede l’opportunità di affrontate l’una per risollevare anche l’altra; chi, invece, proprio facendo forza sulla crisi economica vorrebbe fare un passo indietro sulle misure per affrontare i problemi del clima.
L’Italia è tra questi ultimi e con le sue posizioni di retroguardia sta dando del filo da torcere alla presidenza francese che vorrebbe incassare a fine semestre di guida europea il risultato politico di una decisione condivisa; da una parte si vanta di strappare punti a favore sulle sue richieste e dall’altra minaccia un veto sul consiglio che non ha alcun valore, dal momento che quel consiglio voterà a maggioranza qualificata e che quel voto non avrà –comunque- nessun potere legislativo ma solo e squisitamente un valore politico.

“Abbiamo fatto progressi giganteschi, grazie al forte pressing del governo Berlusconi” - ha detto ieri il ministro Claudio Scajola al termine di una lunga giornata in cui - su tavoli diversi - il titolare dello Sviluppo economico e il ministro degli Esteri Franco Frattini hanno negoziato a Bruxelles per fare valere le richieste italiane di modifica delle misure europee.
I progressi vantati in realtà non sono altro che la possibilità di chiedere alla Commissione Ue di presentare nel 2014 un rapporto per proporre “adeguati adattamenti delle misure di cooperazione in modo da migliorare l´efficacia dell´obiettivo del 20%. Queste proposte non dovranno intaccare l´obiettivo generale del 20%, né il controllo degli Stati membri sui propri sistemi di sostegno e cooperazione nazionale”, si legge nel testo finale del Consiglio energia, con l’ultima frase inserita su richiesta della Germania.

Non certo quindi l’accordo sulla clausola di revisione, che il governo italiano vorrebbe e che, secondo le dichiarazioni di Scajola, avrebbe già ottenuto. Secondo l´Italia, infatti, il testo lascia sufficiente spazio per poter rimettere in discussione, anche il target del 17% assegnato al nostro Paese nella ripartizione degli oneri a livello europeo, sulla base del pil procapite. Secondo il vicepremier e ministro francese all´ecologia, Jean-Louis Borloo, il compromesso non mette invece in causa gli obiettivi nazionali “che restano intoccabili”.

Il compromesso dovrà comunque soddisfare anche l’Europarlamento, che si è detto finora contrario alla clausola di revisione al 2014 della direttiva con cui l´Europa intende raggiungere l´obiettivo del 20% di consumi da energie pulite entro il 2020 e come hanno sottolineato nel dibattito del 4 dicembre, la maggior parte dei gruppi politici, la sfida dei cambiamenti climatici suggerisce l´urgenza di giungere ad un accordo il 17 dicembre a Strasburgo. Proprio i presidenti dei vari gruppi del parlamento, guidati dal presidente H.G. Pöttering saranno ricevuti oggi ad un pranzo di lavoro dal presidente Nicolas Sarkozy: un incontro che sarà l’occasione per passare in rassegna, a qualche giorno dal Consiglio europeo, i principali dossier, fra cui quello relativo alle questioni energetiche sarà chiaramente in evidenza.

Intanto anche il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è a pranzo dal Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano, proprio in vista del Consiglio europeo dei prossimi giorni; ci auguriamo per spronarlo a cambiare strada per evitare di rimanere del tutto isolati in Europa.

L´intesa infatti, raggiunta stanotte tra Consiglio e Parlamento, conferma gli obiettivi sia a livello Ue sia a livello nazionale e accorda semmai, la possibilità di adoperare una clausola di revisione nel 2014 per i meccanismi di cooperazione fra Stati con riferimento ai progetti comuni e alla possibilità di trasferire quote di rinnovabili da un paese all´altro. Che è al più un contentino per l’Italia.

Del resto, come ha anticipato il presidente della Commissione Europea, Josè Manuel Durao Barroso “non sarebbe giusto per l´Unione europea annacquare le ambizioni del suo pacchetto sul clima, ora che gli Stati Uniti, con il presidente eletto Barack Obama, si stanno avvicinando alle posizioni Ue” indicando che sarà questo il “messaggio molto chiaro” che porterà fra due giorni al vertice europeo.

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