[09/12/2008] Comunicati

Riformare il Clean development mechanism per costruire più edifici verdi

LIVORNO. Secondo un nuovo rapporto del Programma dell´Onu per l´ambiente (Unap), The Kyoto Protocol, the Clean Development Mechanism, and the Building and Construction Sector", il settore delle costruzioni e degli edifici ha un potenziale enorme nella lotta al cambiamento climatico, ma che resta virtualmente inesplorato.

«Nell´ottobre 2008, solo 10 tra circa 4.000 progetti in corso nel quadro del Clean development mechanism (Cdm), il principale strumento internazionale fondato sul mercato del carbonio del Protocollo di Kyoto, cercano di ridurre il consumo di energia degli edifici, responsabili di un terzo delle emissioni di gas serra nel mondo - si legge nel rapporto – Tutto questo malgrado il potenziale importante del settore nella riduzione dei gas serra responsabili del riscaldamento climatico».

Secondo i risultati di oltre 80 studi analizzati dal rapporto Unep, una riduzione delle emissioni vicina al 30% in rapporto ai livelli di riferimento negli edifici residenziali e commerciali può essere raggiunta entro il 2030, e con un bilancio economico molto positivo.

Il direttore esecutivo dell´Unep, Achim Steiner ha spiegato che «Tutti i rapporti sottolineano che dei risparmi considerevoli sono possibili trattando le emissioni degli edifici esistenti e progettando nuovi edifici che includano il solare passivo ed attivo, dei sistemi di riscaldamento e di climatizzazione a basso utilizzo di energia e delle apparecchiature eco-energetiche. In effetti, l´ambiente costruito è al centro della crescita dell´economia mondiale verde, in termini di posti di lavoro verdi, d´innovazione, di un mondo più efficiente in risorse e di opportunità per i cittadini e le comunità di adottare un modo di vita a basse emissioni. Il Clean Development Mechanism del Protocollo di Kyoto è stata una risposta creative alla sfida del cambiamento climatico, che lancia nuovi progetti in materia di energia rinnovabile, incoraggiando la produzione di carburanti come il metano fuoriuscito dalle discariche e le gas flaring. Ma il Cdm potrebbe evolvere verso un meccanismo ancora più creativo, capace di portare a degli edifici e costruzioni, così come a trasporti, rispettosi dell´ambiente e a dei programmi di intere città low carbon. La riunione Onu sul clima a Poznan offre un´occasione per capire il Cdm potrebbe evolvere nei prossimi anni, compreso come razionalizzare il modo in cui funziona».

Invece le emissioni di gas serra degli edifici stanno crescendo in fretta in tutto il mondo, soprattutto a causa dell´urbanizzazione e del boom edilizio in Asia, Medio Oriente ed America latina. Secondo l´Ipcc, nel 2004 gli edifici hanno emesso 8,6 miliardi di tonnellate di gas serra e che questa cifra potrebbe quasi raddoppiare nel 2030, raggiungendo i 15,6 miliardi di tonnellate. Eppure le tecnologie già esistenti permetterebbero di ridurre della metà il consumo di energia negli edifici vecchi e nuovi senza grandi investimenti.

Il rapporto Unep spiega che «Delle misure semplici come il miglioramento della ventilazione e dell´isolamento, un utilizzo accresciuto dell´illuminazione naturale, l´utilizzo di apparecchiature di illuminazione eco-energetiche, accanto all´utilizzo del solare e di altre fonti naturali di calore, permetterebbero di economizzare energia e denaro. Fino al 90% dell´energia utilizzata da un edificio durante il suo ciclo di vita complete, è consumato dal riscaldamento, il raffreddamento, la luce ed altre installazioni. Il restante 10% è consumato durante le fasi di costruzione, di produzione dei materiali e di demolizione».

Nonostante questo, a 6 anni dalla creazione del Cdm, circa la metà dei progetti di "green house" sono stati respinti durante la fase di richiesta di registrazione e così il contributo del Cdm alla riduzione dei gas serra nelle costruzioni è stato quasi inesistente e il «vasto potenzia ledi risparmio energetico del settore resta virtualmente inesplorato – dice il rapporto – Ad oggi, i progetti di efficienza energetica del settore delle costruzioni attualmente messo in opera nel quadro del Cdm hanno prodotto solo circa 2.000 unità di crediti di carbonio, il che rappresenta il risultato più basso di tutte le categorie del progetto».

Tra gli ostacoli da superare l´Unep cita i costi amministrativi e di transazione troppo elevati, i bassi incentivi finanziari, le difficoltà di preparazione dei rapporti e la frammentazione del settore in numerosi edifici che porta a pochi risparmi e troppo individuali.

Secondo l´Unep occorre rafforzare il ruolo del Cdm nella costruzione degli edifici per combattere più efficacemente contro il cambiamento climatico. Per questo propone: sviluppo di regolamenti e norme nazionali per l´efficienza energetica degli edifici e/o degli edifici sostenibili; lo sviluppo di conoscenze e attività nel settore edile per il Cdm; lo sviluppo di strumenti di valutazione dell´efficienza energetica degli edifici e dei progetti Cdm; il coinvolgimento del settore finanziario; la presentazione del potenziale in base a studi di caso e di progetti dimostrativi.

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