[04/12/2008] Energia

Putin: meno gas all´Ucraina, i nuovi europei stiano calmi

LIVORNO. Rispondendo a delle domande durante una trasmissione televisiva, il primo ministro russo Vladimir Putin ha affrontato tutti i temi più scottanti del momento ed ha detto che «La Russia ridurrà le forniture di gas in Ucraina se Kiev non rispetta i suoi impegni legati ai pagamenti per il combustibile già fornito e al suo transito verso l´Europa. Se i nostri partner non rispettano I loro impegni, noi dovremo ridurre le forniture. Come potremo agire altrimenti?. La Russia pensa di informare prossimamente i consumatori europei».

La Russia accusa nemmeno tanto velatamente l´Ucraina non solo di non pagare il gas russo, ma di fregarselo mentre attraversa quel Paese verso la ricca Europa occidentale e di esercitare una specie di ricatto-balzello sulle condotte gasiere russe. Quel che è certo è che il debito della Naftogaz, la società energetica ucraina, verso la Russia per il solo gas ottenuto negli ultimi tre mesi è, tenuto conto di multe e penalità, di 2,4 miliardi di dollari.

Putin non disdegna nemmeno di "avvertire" i 12 nuovi Paesi membri dell´Unione europea usciti dall´orbita russa dopo la fine dell´Urss e li invita a «prendere coscienza della necessità di pensare all´avvenire e di cessare di non attaccarsi al passato nei loro rapporti con la Russia». Putin ce l´ha soprattutto con Polonia e Lituania che creano ostacoli a ripetizione lungo la strada del negoziato sul nuovo accordo di partenariato tra Russia - ´Ue.

Riferendosi al clima politico che si respira alle nuove frontiere Ue e Nato con la Russia Putin ha detto: «Sfortunatamente qui, ci sono molte cose superficiali che risalgono ad epoche passate, molte fobie, soprattutto tra I "giovani europei". Ma penso che col tempo, anche questi Paesi, soprattutto i loro dirigenti, finiranno per prendere coscienza della necessità di pensare al futuro invece di attardarsi nel passato».

Intanto il capo-negoziatore russo con l´Ue, Vladimir Tchijov, ha spiegato a Ria Novosti che per il prosieguo dei colloqui «Non è stata fissata alcuna data concreta, ma penso che questo dovrebbe avvenire a fine gennaio – inizio febbraio. Diverse riunioni di gruppi di esperti dovrebbero tenersi in previsione dei nuovi turni di colloqui».

Intanto ieri a Bruxelles sono ripresi i negoziati per il nuovo accordo quadro che dovrebbe sostituire quello scaduto nel dicembre 2007. Un primo passo avanti, visto che tutto si era bruscamente interrotto il 16 settembre dopo la guerra georgiano-russa.

E anche qui Putin ha deciso di levarsi qualche macigno dalle scarpe: «L´aggressione di Tbilisi contro l´Ossezia del Sud ha precluso alla Georgia ogni possibilità di ristabilire la sua integrità territoriale. Si tratta di un crimine perpetrato non solo contro la Russia, i suoi cittadini e il popolo osseto, ma anche contro il popolo georgiano e le strutture politiche della Georgia. Un colpo violento è stato portato all´integrità territoriale di quel Paese, perché se questa aggressione non avesse avuto luogo, la Russia avrebbe senza dubbio proseguito i suoi sforzi per creare le condizioni necessarie per la riunificazione territoriale della Georgia. Dopo gli avvenimenti di agosto in Ossezia del sud, è diventato evidente che la riunificazione territoriale della Georgia è impossibile e che occorre dispiegare delle misure suscettibili di prevenire un nuovo spargimento di sangue nella regione».

Una ricostruzione molto edulcorata che è piaciuta molto a Berlusconi e che traccia un ritratto del pacifico russo che difende i piccoli popoli che è difficile riscontrare nella realtà, visto che l´evidente follia dell´invasione georgiana dell´Ossezia del sud nasce anche dal forte sostegno di Mosca alla repubblica secessionista e all´Abkasia.

Ma comunque, e da qualunque parte li si guardi, ascoltando gli avvertimenti di Putin si inciampa sempre in qualche condotta di gas o petrolio, mentre sembra sempre di sentire un carro armato che sferraglia in vicinanza.

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