[04/12/2008] Comunicati

La Cina presenta a Poznan la sua "visione condivisa"

LIVORNO. La Cina ha resa nota alla Conferenza Onu sul clima in corso a Poznan la sua posizione su una "visione condivisa" «per un´azione di operazione a lungo termine nel quadro della Convenzione dell´Onu sul clima, stimando che sono necessarie azioni pragmatiche».

Si tratta delle prime schermaglie e la Cina ha mandato avanti il vice-capo della sua delegazione, Su Wei, che ha dichiarato che «la "visione condivisa" dovrà essere centrata sulla messa in opera della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change - Unfccc), dl Protocollo di Kyoto, della Road Map di Bali e sugli accordi concreti nei settori dell´attenuazione, dell´adattamento, del trasferimento di tecnologie e della fornitura di risorse finanziarie».

Chi si aspettava, come probabilmente il governo italiano, di trovare nel più grande inquinatore del mondo un alleato nell´opera di frenatura del convoglio lanciato verso Copenaghen ed il post-Kyoto sembra servito: la Cina vuole giocare un ruolo da protagonista nella strategia di lungo periodo contro il cambiamento climatico e comincia a segnare il terreno del confronto con paletti molto appuntiti.

«La "visione condivisa" per un´azione di cooperazione a lungo termine – ha detto Su – dovrà essere guidata dall´obiettivo ultimo della Convenzione, che è la stabilizzazione della concentrazione del gas serra, l´adattamento al cambiamento climatico ed uno sviluppo sostenibile. Tre principi fondamentali devono essere rispettati nella messa in opera di una "visione condivisa", sono la responsabilità comune, ma differenziata, l´equità e la piena considerazione dei bisogni dei Paesi in via di sviluppo».

La Cina lancia, già ai nastri di partenza di una Conferenza di Poznan che si annuncia lunga e difficile, il suo cavallo di battaglia della "responsabilità comune ma differenziata" che vuol dire che i Paesi industrializzati occidentali devono farsi carico dell´inquinamento prodotto fin dalla rivoluzione industriale e che i Paesi in via di sviluppo (e soprattutto quelli emergenti) non possono e non devono contribuire allo stesso modo. Una posizione più che popolare in tutto il sud del mondo.

Secondo Su «Una visione condivisa per un´azione di cooperazione a lungo termine non dovrà essere un obiettivo che riguardi unicamente l´attenuazione degli effetti, ma un obiettivo di molteplici dimensioni, compresi l´attenuazione, l´adattamento, la tecnologia, i finanziamenti e lo sviluppo sostenibile».

Il rappresentante della delegazione della Repubblica popolare Cinese a Poznan ha concluso di sottolineando che «l´obiettivo di riduzione a medio termine per i Paesi sviluppati è la chiave per un obiettivo a lungo termine» ed ha aggiunto che i Paesi ricchi «dovranno ridurre le loro emissioni di gas serra di almeno il 25 - 40% entro il 2020 in rapporto al 1990».

Cioè più o meno il minimo del pacchetto europeo clima-energia che il nostro governo non vuole firmare ma che un sempre più vasto e maggioritario gruppo di Paesi considera il minimo necessario per ristabilire la "visione condivisa" attraverso la "responsabilità comune ma differenziata" sulle quali la Cina costruirà probabilmente una forte alleanza per percorrere la Road Map di Bali fino al traguardo di Copenaghen.

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