[03/12/2008] Comunicati

L´economia degli ecosistemi e della biodiversità

LIVORNO. Ad ottobre il Programma delle Nazioni Unite per l´ambiente (Unep) ed economisti di primo piano hanno lanciato la "Green Economy Initiative" (Gei) che punta a trarre profitto da circostanze storiche "negative" che potrebbero rivelarsi una svolta per costruire da subito l´economia di domani. La Gei si regge su tre studi e progetti teorico-pratici di grande spessore che sono in discussione anche alla Conferenza Onu sul clima in svolgimento a Poznan: "Green Economy report" che analizza gli effetti acceleratori delle politiche pubbliche sulla transizione verso un´economia "verde"; il "Green Jobs report", pubblicato a settembre e che indica i trend del lavoro del futuro; il progetto "The Economics of Ecosystems and Biodiversity" (Teeb), centrato sulla valutazione dei problemi della perdita della biodiversità e I loro effetti sull´economia e la vita umana.

Il Teeb parte dalla convinzione che «Il miglior modo di promuovere una crescita reale, di combattere i cambiamenti climatici e di innescare un aumento dei posti di lavoro nel XXI secolo è quello di mobilitare e ricentrare l´économia mondiale su investimenti in tecnologie pulite e in "infrastrutture naturali", come le foreste e i suoli. La vita umana non sarebbe possibile senza la purificazione dell´acqua e dell´aria, la catena alimentare ed il mantenimento della biodiversità; la natura fornisce gratuitamente questi servizi "eco sistemici". Questi beni essenzialmente pubblici non hanno generalmente un mercato e un prezzo. La loro scomparsa non è quindi tenuta in conto dal nostro attuale sistema economico. Diversi fattori, inclusi la crescita della popolazione, i cambiamenti alimentari, l´urbanizzazione e i cambiamenti climatici, forzano il declino della biodiversità e il degrado degli ecosistemi. I più poveri del mondo si affidano a questi ecosistemi in pericolo e sono i più a rischio di fronte alla perdita di biodiversità».

Il Teeb ha avuto il via libera nella riunione dei ministri dell´ambiente del G8+5 che hanno deciso di avviare uno studio per analizzare il valore economico della biodiversità e dei servizi eco sistemici, così come le conseguenze economiche della perdita di biodiversità.

Il ministero dell´Ambiente tedesco e la Commissione europea si sono fatti carico del Teeb che si divide in due fasi ed i risultati preliminari della fase I sono stati resi noti dal ministro dell´ambiente della Germania, Sigmar Gabriel e dal commissario all´ambiente dell´Ue Stavros Dimas alla nona Conferenza delle Parti della Convenzione sulla diversità biologica che si è tenuta a Bonn a maggio.

Ora il rapporto intermedio "L´economia degli ecosistemi e della biodiversità" è stato reso pubblico dall´Unep e dimostra che «se non saranno adottate politiche accettabili, l´attuale declino della biodiversità e le corrispondenti perdite di servizi eco sistemici proseguiranno e anche accelereranno in certi casi, causando dei danni irreversibili ad alcuni ecosistemi. Se non viene fatto niente, entro il 2050 si faranno sentire serie conseguenze».

Il rapporto traccia un quadro delle perdite più gravi e pericolose di biodiversità che abbiamo già innescato: l´11% delle specie naturali presenti nel 2000 saranno perdute principalmente a causa dello sviluppo dell´agricoltura intensiva, dell´espansione delle infrastrutture e dei cambiamenti climatici; Circa il 40% delle terre agricole debolmente utilizzate potrebbero essere sfruttate più intensamente, portando così ad una perdita supplementare di biodiversità; il 60% delle barriere coralline sarà perduto nel 2030, a causa della pesca, dell´inquinamento, delle malattie, delle specie aliene invasive e dello sbiancamento dei coralli dovuto al cambiamento climatico.

Gabriel e Dimas scrivono sul rapporto della fase I: «La diversità biologica costituisce la ricchezza naturale della terra e fornisce gli elementi essenziali alla vita e la prosperità all´insieme dell´umanità. Attualmente, tuttavia la biodiversità scompare ad un ritmo allarmante nel mondo intero. Stiamo per raggiungere il nocciolo duro della natura, senza nemmeno conoscere cosa contenere. L´obiettivo della Convenzione sulla diversità biologica (Cdb) e delle sue 190 parti contraenti consiste nel ridurre in maniera significativa la perdita di biodiversità entro il 2010. Si tratta di un obiettivo ambizioso, che non può essere raggiunto che grazie agli sforzi concertati ed alla determinazione di tutte le frange della società. Devono essere concluse delle alleanze a livello nazionale ed internazionale tra i responsabili politici, gli scienziati, l´opinione pubblica e le imprese. In seguito ad una discussione che si è tenuta durante l´incontro dei ministri dell´ambiente del G8+5, organizzato a Potsdam nel marzo 2007, abbiamo deciso di lanciare un´iniziativa congiunta per attirare l´attenzione sui benefici economici globali della biodiversità e sui costi della perdita e del degrado degli ecosistemi. E´ sempre stato chiaro che la riuscita di questa iniziativa congiunta dipenderà fortemente dalla qualità della sua direzione ed è per questo che siamo particolarmente felici che Pavan Sukhdev, responsabile del dipartimento dei mercati internazionali della Deutsche Bank a Mumbay e fondatore di un progetto di "compatibilità ambientale" per l´India, accetti il ruolo di responsabile dello studio. Pavan Sukhdev e la sua equipe hanno dovuto svolgere il compito estremamente ambizioso di mettere insieme grandi quantità di informazioni in un tempo molto breve. Hanno fortunatamente beneficiato del sostegno e del contributo di numerose organizzazioni internazionali, così come di éminenti esperti (…) Incoraggiamo le organizzazioni internazionale ed i Paesi membri della Cdb a contribuire attivamente alla fase II».

La fase II del Teeb, che rappresenta una parte importante della "Green Economy Initiative" e i cui risultati verranno resi noti alla Cbd-Cop9 del 2010, studierà a fondo i primi risultati per dimostrare come l´economia sia uno strumento di peso per quel che riguarda le politiche della biodiversità. L´Unep spiega che «La fase II si attarderà a provare, guardandola dall´angolatura dell´economia e dello sviluppo, il fondamento della conservazione, della sostenibilità e degli investimenti, nella biodiversità e negli ecosistemi, che generano una suddivisione equa dei profitti. L´obiettivo del Teeb è quello di fornire ai responsabili delle politiche gli strumenti necessari per includere il reale valore dei servizi ecosistemici nei processi decisionali».

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