[02/12/2008] Rifiuti

Imballaggi di legno e fitosanitari, dal 2009 necessaria la certificazione Ue

LIVORNO. Le merci viaggiano da un paese all’altro, su gomma, su rotaia tramite gli aerei, e viaggiano imballate in carta, cartone, plastica e anche in legno magari trattato con fitosanitari.
Gli imballaggi però sono uno dei problemi da affrontare nella gestione dei rifiuti, e uno dei segnali del nostro tempo, delle diverse abitudini, delle diverse culture. Oltre che un settore specializzato con dimensioni economiche, tecnologiche e occupazionali tutt’altro che trascurabili.

I prodotti vegetali spesso si spostano in cassette di legno o in altri contenitori del medesimo materiale così come un carico di altro tipo può essere sostenuto e fissato con legno. E dopo l’uso, tutti questi imballaggi vanno ad aggiungersi alla massa di rifiuti gestiti più o meno correttamente dalle aziende della grande distribuzione.

Al carico dell’impatto ambientale del trasporto e del materiale utilizzato e poi scartato si aggiungono i prodotti utilizzati per trattare il legno. Il legno dell’imballaggio, infatti può essere trattato con prodotti chimici, fitosanitari potenzialmente pericolosi per l’ambiente e per l’uomo che se utilizzati in alte quantità potrebbero contaminare il prodotto trasportato. Per ovviare al problema dal primo gennaio 2009 gli imballaggi in legno utilizzati negli scambi internazionali dovranno essere privi di corteccia, soggetti a uno dei trattamenti approvati dalla Fao per le misure fitosanitarie e dovranno essere contrassegnati da un marchio indicante che il legname è stato sottoposto a un trattamento fitosanitario approvato.

La Commissione UE infatti ha modificato le disposizioni della direttiva del 2000 che concerne le misure di protezione contro l’introduzione di organismi nocivi ai vegetali o ai prodotti vegetali e stabilisce requisiti per l’introduzione di materiali da imballaggio in legno per limitare la loro diffusione nella comunità. I requisiti fra l’altro sono formulati sulla base delle norme internazionali della Fao per le misure fitosanitarie (Ispm n. 15 sugli orientamenti per la regolamentazione da materiale da imballaggio in legno negli scambi internazionali).

Quindi già nel 2000 la disciplina (nell’allegato specifico) prevedeva che il materiale da imballaggio fosse prodotto con legname scorticato. Però l’applicazione del requisito non è stata immediata, ma rinviata in ben due occasioni.

Nel frattempo la Comunità ha richiesto la revisione del Ispm al fine di includervi una prescrizione che risponda alla propria preoccupazione circa la presenza di corteccia nel materiale da imballaggio utilizzato negli scambi internazionali.

Contemporaneamente il comitato tecnico sulla quarantena forestale (Tpfq) - creato sotto gli auspici della convenzione internazionale in materia di protezione dei vegetali e composto da esperti internazionali riconosciuti nel settore forestale - ha analizzato i dati delle ricerche disponibili sul rischio fitosanitario della presenza di corteccia nel materiale da imballaggio in legno. Il Tpfq ha concluso che la prescrizione che il materiale da imballaggio in legno utilizzato negli scambi internazionali debba essere privo di corteccia è giustificata, a condizione di definire chiaramente un livello di tolleranza per la presenza di piccoli pezzi di corteccia e di garantire il mantenimento del rischio fitosanitario a un livello accettabile, oltre che d’inserire tale requisito nella norma Ispm n. 15 rivista.

Quindi al fine di proteggere il territorio della Comunità dall’introduzione di organismi nocivi l’Ue allinea le prescrizioni della legislazione Ce in tema di presenza di corteccia nel materiale da imballaggio in legno e nei paglioli sciolti alle conclusioni tecniche del Tpfq, senza attendere l’adozione di una norma Ispm n. 15 rivista da parte della Commissione per le misure fitosanitarie.

Comunque sia, rispettati i parametri per evitare la contaminazione dei prodotti vegetali, gli imballaggi in legno aumentano la mole di rifiuti che in qualche modo devono essere gestiti (raccolti, recuperati e in ultima battuta smaltiti). Anche se una corretta politica della gestione dovrebbe passare in primo luogo dalla prevenzione – che nel caso potrebbe essere evitare imballaggi inutili e favorire magari una filiera corta dei prodotti alimentari.

Nel 2007 in Italia sono state recuperate complessivamente (sia dalla gestione Rilegno sia da soggetti terzi) 1.739.205 tonnellate di rifiuti da imballaggio in legno, pari al 60,82% sul totale di imballaggi in legno circolanti sul territorio nazionale nel 2007 (2.859.574 ton.), superando abbondantemente gli obiettivi fissati dal Testo unico ambientale (fissati al 35%). Nel dettaglio, il valore complessivo di rifiuti da imballaggio recuperati è dato da: 1.225.205 tonnellate avviate al riciclo meccanico a materia prima (di cui 960.205 ton. raccolte direttamente da Rilegno e 265000 ton. da altri soggetti operanti nell’industria del riciclo); 300.000 tonnellate dalla rigenerazione di pallet riparati, 14.000 tonnellate avviate al compostaggio e 200.000 avviate al recupero energetico.

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