[01/12/2008] Acqua

Acqua alta (a Venezia e non solo)... e soldi pochi

FIRENZE. Gli autunni degli ultimi anni, poco piovosi, caldi in sostanza "non pervenuti" se riconosciamo a questa stagione la caratteristica di classico "periodo delle piogge", hanno fatto dimenticare o addirittura non hanno fatto conoscere (alle nuove generazioni) l’ansia da esondazione, l’altra faccia della medaglia che riguarda sempre l’acqua. Sulla siccità e sulle connessioni con i cambiamenti climatici tutti i media (noi compresi) si sono profusi a lungo, ultimamente, e riteniamo in maniera opportuna per due motivi: rappresenterà probabilmente la criticità maggiore per gli anni a venire e il sistema strutturale di risposta è più arretrato. Cioè siamo leggermente meglio organizzati per governare il troppo che il troppo poco.

Ma i meteorologi ci avevano avvisato: il clima “disturbato” dalle emissioni antropiche, a ondate ci riserverà alcuni “schiaffoni” e i rovesci, forti, concentrati (le cosiddette “bombe d’acqua”) non mancheranno. Non dimentichiamoci che viviamo in un Paese ad alto rischio idrogeologico. In molti se lo ricordano, non i governi (l’attuale, ma anche i passati) che stanziano “briciole” per la difesa del territorio, cioè per quegli interventi necessari a prevenire i disastri. Anzi il governo Berlusconi vuol tagliare (almeno in Toscana) anche i fondi per la protezione civile, settore all’avanguardia, che serve invece in risposta alle emergenze. E di emergenza a Venezia si parla, dato che stamattina l’acqua alta è arrivata alla soglia dei 156 cm valore che si colloca al 4° posto della serie storica dei dati registrati in oltre 120 anni di osservazione. Un nuovo massimo di 120 cm è previsto per le ore 11.40 di domani mattina dichiarano dalle stazioni di osservazione ISPRA.

In Toscana l’Arno per ora è sotto controllo ma a monte di Firenze (la Nave a Rosano) la portata intorno alle 14 di ieri era circa 340 mc/sec mentre solo il giorno prima alla stessa ora era sotto i 50 mc/sec, ricordandoci che siamo in presenza di un “torrentone” che ha necessità di essere governato, visto che nel tempo i suoi spazi naturali sono stati occupati dall’urbanizzazione. E governarlo vuol dire completare quelle opere prioritarie a scala di bacino che sono previste nel Pai (Piano di assetto idrogeologico redatto dalla stessa Autorità di bacino) e nei recenti accordi di programma che necessitano di risorse. Vedere la tutela ambientale e le opere per la difesa del territorio come opportunità per dare una mano al superamento della crisi economica reale e per permettere in futuro le altre attività (due piccioni con una fava si direbbe). Ma non vogliamo illuderci l’applicazione della “ricetta” richiede un elevato rigore nell’analisi e “acume” politico.

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