[26/11/2008] Parchi

Gli scienziati: fare urgentemente aree marine protette per gestire e salvare gli oceani

LIVORNO. Durante la Conferenza mondiale sulla biodiversità marina di Valencia, organizzata da Marine biodiversity and ecosystem functioning (MarBef), un network di eccellenza fondato dall´Unione eyropea, 600 scienziati provenienti da 42 paesi, hanno esaminato lo stato (non buono) della biodiversità marina, del funzionamento degli ecosistemi, e della gestione degli oceani ed hanno concluso che «Devono essere istituite altre aree marine protette in località strategiche dell´oceano che devono beneficiare di una corretta applicazione, al fine di affrontare il rapido degrado del mondo marino».

La conferenza ha approvato la "Valencia declaration: a Plea for protection of marine Bbiodiversity", che punta a consolidare alcuni dei più importanti risultati raggiunti e ad attenuare le preoccupazioni degli scienziati per il presente.
I risultati acquisiti sono: La biodiversità marina e degli ecosistemi sono essenziali per il funzionamento della nostra biosfera e, di conseguenza, per il benessere umano; il ritmo e la portata di origine antropica dei cambiamenti avvenuti negli oceani e l´impatto di tali cambiamenti sulla biodiversità marina e gli ecosistemi sono motivo di grave preoccupazione; Quando vengono effettivamente progettate, gestite e applicate, le aree marine protette sono in grado di fornire molti vantaggi ecologici e socio-economici, nonché la realizzazione della resilienza degli ecosistemi marini di fronte alle crescenti pressioni globali; Gli sforzi della ricerca per esplorare la biodiversità marina e valutare il suo stato sono insufficienti e in ritardo riguardo allo sviluppo di sforzi simili per la biodiversità terrestre; Per essere efficaci, le reti di aree marine protette devono essere coerenti dal punto di vista ecologico e dovrebbero essere comprese all´interno di un quadro di gestione integrata degli oceani che affronti l´intera gamma degli impatti delle attività umane, sia all´interno che al di fuori delle aree protette. Gli ecosistemi delle profondità marine differiscono notevolmente da quelli costieri, dato che la dinamica della maggior parte degli stock di acque profonde è così fragile e lenta nel recuperare che questi devono essere affrontati con un elevato grado di precauzione.

Secondo la Valencia declaration le priorità per le azioni urgenti includono la messa in atto della gestione integrata degli oceani riguardante le attività umane che hanno un impatto sulla biodiversità marina e sugli ecosistemi, sia all´interno che al di là della giurisdizione nazionale. Ma anche reti ecologicamente coerenti di aree marine protette da sviluppare urgentemente e in maniera accelerata, basate sui dati scientifici esistenti e la conoscenza; Potenziare e promuovere la ricerca per esplorare e capire meglio la biodiversità marina, per fornire le conoscenze di base necessarie per sostenere uno processo di gestione adattativo; La pesca d´altura in acque profonde deve essere autorizzato solo nel caso in cui siano state raccolte le prove che dimostrano definitivamente che uno stock può essere sfruttato in modo sostenibile, in piena conformità con le linee guida tecniche della Fao per la pesca d´altura in alto mare; l´assemblea generale delle Nazioni Unite deve basarsi sulla Legge sul Mare e sulla Convenzione sulla diversità biologica per raggiungere un regime di governance internazionale per l´efficace gestione delle aree marine al di là della giurisdizione nazionale, nonché per la giusta ed equa condivisione delle risorse biologiche per il bene del genere umano.

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