[26/11/2008] Comunicati

Il quarto rapporto Ipcc, questo sconosciuto (10)

FIRENZE. Abbiamo ripetutamente accennato al fatto che, nell’elaborazione delle tendenze climatiche per il futuro, il quarto rapporto Ipcc abbia predisposto diverse tipologie di scenari. Sono state cioè ipotizzate alcune possibili evoluzioni della società e dell’economia umane, a cui poi associare le ipotesi riguardanti i relativi tassi di emissione di gas climalteranti. Il fine, come sappiamo e come vedremo meglio poi, è calcolare con sufficiente approssimazione quale potrebbe essere la crescita della temperatura media globale nei decenni a venire.

Vediamo quindi più in dettaglio questi scenari: come detto, essi sono stati in gran parte predisposti fin dal 2000, anno in cui l’Ipcc produsse il documento chiamato «Special report on emissions scenarios» (Sres). Sono raggruppati in quattro famiglie, chiamate A1, A2, B1 e B2, che «esplorano vie di sviluppo tra loro alternative, comprendendo un ampio range di forzanti demografiche, tecnologiche ed economiche e le emissioni risultanti di gas serra».

L’ipotesi A1 presuppone «un mondo con crescita economica molto rapida, un picco di popolazione globale a metà secolo e la repentina introduzione di nuove e più efficienti tecnologie». A sua volta la famiglia A1 è suddivisa in tre sotto-scenari, orientati verso un forte (A1FI) o minimo (A1T) utilizzo di combustibili fossili, o verso un mix «equilibrato» tra energia fossile e rinnovabile (sottoscenario A1B).

Lo scenario B1 presuppone un mondo «con la stessa popolazione globale di A1, ma con cambiamenti più rapidi nelle strutture economiche verso un’economia di servizi e informazione», cioè verso la smaterializzazione dei flussi che dovrebbe ovviamente portare a minori tassi di emissione. Esso è infatti, come già visto nella nona parte, lo scenario che porterebbe al minore tasso di emissioni climalteranti, in futuro, e che conseguentemente causerebbe tra tutti il minore aumento di temperatura media, come vedremo poi.

B2 descrive «un mondo con popolazione e crescita economica medie, che pone l’enfasi sulle soluzioni locali per la sostenibilità economica, sociale e ambientale». A2, infine, ipotizza un mondo con forte crescita demografica, ma con un «lento sviluppo economico e tecnologico».

E’ esplicitamente chiarito che non sono stati effettuati studi che indichino quale degli scenari sia più o meno probabile. Peraltro, come si vede nell’immagine (che non è tratta dal quarto, ma dal terzo rapporto Ipcc del 2001, e i cui valori di emissione vanno quindi presi a titolo puramente esemplificativo), nessuno dei vari scenari ipotizzati è qualificabile come “più o meno ottimista”, “più o meno catastrofista” o quant’altro. Sono semplicemente analisi ipotetiche delle società future che si basano, come appunto si vede nella parte sinistra dell’immagine, su caratteri incrociati, come ad esempio il maggiore o minore tasso di salvaguardia territoriale, l’impostazione più “global” o più “local” dei futuri sviluppi del sistema economico e dei relativi flussi di energia e materia, eccetera.

Attraverso la predisposizione degli scenari è stato possibile ipotizzare i relativi tassi di emissione (diretta e indiretta) di gas serra, e conseguentemente i possibili scenari di aumento della temperatura media terrestre, come vedremo nella prossima parte. Occorre chiarire che il calcolo degli scenari futuri (e delle relative emissioni) si è basato sulla situazione politica attuale, o meglio su quella disposizione delle pedine sulla scacchiera globale che si aveva nel 2007, anno di pubblicazione del quarto rapporto: appare piuttosto evidente come, se il quarto rapporto fosse pubblicato oggi, l’avvenuta elezione alla Casa bianca di Barack Obama al posto del negazionista Bush comporterebbe la predisposizione di scenari ipotetici ben diversi da quelli proposti. (rm)

(10 – continua)

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