[26/11/2008] Comunicati

L´ottimismo dell´ignoranza e quello sostenibile (e nascosto) dell´opposizione

LIVORNO. Noi stiamo bene. Noi siamo felici. Tutti intorno a noi sono felici. E l’economia gira. Nell’ascoltare le parole, che in questi giorni elargisce con manica larga il premier Berlusconi, torna alla mente uno sketch di Antonio Albanese dello spettacolo “Non c’è problema”, quando rappresentava questo forzato ottimismo, questa falsa realtà, che appunto non esiste. Anche il presidente del Consiglio infatti si appella all’ottimismo per vincere la crisi e ieri ha provato ad infonderlo anche alla platea degli industriali riuniti in assemblea generale a Roma.

«L’ottimismo, il coraggio, la volontà e la speranza possono farci uscire e in fretta dalla crisi che domina da alcune settimane. Se tutti mettessimo in campo lo stesso ottimismo, potremmo guardare con più sicurezza al futuro che ci aspetta» ha detto Berlusconi e ha continuato indicando la strada da percorrere, ovvero: «creare un’atmosfera, mantenere gli stessi stili di vita di prima e gli stessi livelli di consumo» per evitare la paura che non fa spendere, fa calare i consumi e quindi manda a rotoli l’economia.

Ovvero indicando come strada da percorrere per superare la crisi esattamente quella (nemmeno un viottolo adiacente!) che ha portato alla crisi in cui siamo e che secondo quanto avverte l’Ocse, non si attenuerà per tutto il prossimo anno.

Vivere al di sopra delle proprie possibilità economiche, indebitarsi attraverso micro e macrocredito, per far girare l’economia e la finanza, insomma fare proprio quello che a partire dagli Stati Uniti ha causato “la peggiore crisi economico-finanziaria dopo quella del ’29”, come si legge ormai sui quotidiani di tutti i paesi occidentali oltre a quella ecologica iniziata ancora prima, quando proprio dagli Stati Uniti arrivano appelli all’austerità.

In quella stessa direzione vanno anche i provvedimenti che il Governo sta mettendo a punto come piano anticrisi, tutti improntati al rilancio dei consumi, anche se –a quanto sembra- non saranno proprio all’altezza di creare quell’atmosfera che vorrebbe Berlusconi, perché Tremonti non pare troppo disponibile a lasciarsi andare e a concedere bonus, oltre a quanto previsto in finanziaria.

In questo florilegio di parole rosee e antipanico che il premier ci elargisce e che suonano assai stonate proprio nel contesto in cui versa il paese, l’unico provvedimento che va nella direzione strategica di affrontare la crisi economica affrontandone anche il corno della crisi ecologica è passato quasi sotto silenzio, eccetto che per un articolo su l’Unità.

Il disegno di legge dal titolo “rottamare il petrolio” presentato ieri da Ermete Realacci e Matteo Colaninno e di cui è primo firmatario Walter Veltroni, è un pacchetto di iniziative che indica la strada per uscire dalla recessione, trasformando la crisi economica e quella climatica in una opportunità di sviluppo per il nostro paese, con un’impronta finalmente sostenibile.

Le misure previste nel disegno di legge sono volte cioè ad accelerare la transizione verso un sistema energetico non più fondato sulla dipendenza prevalente dai combustili fossili, ad accettare la sfida del pacchetto energia clima dell’Unione europea per mettere il nostro paese al centro dei processi di trasformazione tecnologica e delle scelte per frenare i cambiamenti climatici, offrendo al tempo stesso un’opportunità di svolta dalla crisi economica. Il pacchetto proposto dai 31 deputati del Pd enuncia un piano d’azione in cinque mosse, che disegnano, per voce dei due ministri ombra, dell´Ambiente Ermete Realacci e dello Sviluppo economico Matteo Colaninno, «una nuova strategia per uscire dalla recessione».

Il primo passo riguarda la riqualificazione energetica degli edifici, in cui si prevedono detrazioni fino a 160.000 euro per le spese sostenute in edifici esistenti e un contributo del 55% dei costi extra sostenuti per la realizzazione di nuovi edifici con consumi inferiori del 30% rispetto ai limiti di legge. Il secondo passo è quello della maggiore efficienza, puntando ad incentivi per l´acquisto di elettrodomestici a basso consumo e ad alta efficienza energetica e la deduzione del 36% dal reddito d´impresa dei costi per la sostituzione dell´illuminazione tradizionale.

Terzo passo è dedicato all’incremento delle fonti energetiche rinnovabili, con uno snellimento della legislazione e rendendo permanente il meccanismo della detrazione fiscale sugli investimenti sostenuti dai privati cittadini per l´istallazione di pannelli solari termici e incentivi per le spese sostenute da Enti pubblici.

Quarta azione è l’incentivazione del trasporto pubblico, con misure destinate ad incrementare l’uso di mezzi pubblici collettivi su gomma e su ferro e per l´acquisto di autobus a metano. Ultimo passo è rivolto alla gestione dei rifiuti, in cui si propone di incentivare il riciclo e l´industria ad esso collegata, per ridurre la quota di emissioni di Co2 che spetta al nostro paese.

«L´esigenza di rottamare il petrolio non nasce solo da grandi problemi - ha dichiarato Ermete Realacci - E´ anche una straordinaria occasione di sviluppo e di progresso. Lo è in generale e lo è a maggior ragione per l´Italia. Proprio partendo dagli obiettivi e dai vincoli in materia di politiche energetiche e climatiche, anche il nostro Paese può trovare nuovo slancio economico, industriale, tecnologico».
Su queste basi l’ottimismo è giustificato.


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