[26/11/2008] Parchi

Il parco del Virunga riapre in mezzo alla nuova guerra mondiale africana

LIVORNO. Il personale dell´Institut congolais pour la conservation de la nature (Iccn), che nel settembre 2007 aveva abbandonato il parco nazionale del Virunga per sfuggire alla guerra che sta devastando l´est della Repubblica democratica del Congo (Rdc), ha ripreso il controllo dell´Area protetta che è inclua anche nel Patrimonio mondiale dell´Unesco.

Il derettore del parco del Virunga, Emmanuel Emeraude, ha detto ieri in una conferenza stampa che «il ritorno del personale è stato negoziato con il dirigente del Cndp (Congrès National pour la défense du peuple, ndr), Laurent Nkunda le cui truppe controllano tutta la parte sud del parco».

Nkuda ormai si comporta come un vero e proprio capo di Stato che governa la parte della Rdc che ha invaso con i suoi ribelli, trattando con organismi statali e internazionali e dettando le proprie condizioni.

Emeraude ha deplorato «il saccheggio di molto materiale di servizio e da ufficio e il bracconaggio perpetrato dentro ed intorno al parco e la deforestazione causata dai bisogni domestici dei profughi», un rapporto sullo stato dell´area protetta non sarà pronto prima di un mese.

Il parco del Virunga si estende proprio nella zona più calda del conflitto congolese, ai confini con Rwuana ed Uganda, e i danni che hanno subito la sua fauna e la sua flora sono enormi. La guerra e l´avidità umana rischiano di far scomparire nel sangue dell´infinita mattanza congolese i paesaggi fiabeschi dei vulcani attivi, le foreste tropicali e i gorilla di montagna, di inquinare senza speranza i fiumi alimentati dalle nevi e dai ghiacci del Ruwenzori, la savana e la moltitudine di paludi, laghi e ruscelli che ospitano la più ricca biodiversità di tutto il continente africano.

Infatti, gli accordi con i ribelli di Nkunda risultano troppo spesso scritti sull´acqua: il leader del Cndp ha respinto addirittura la risoluzione 1.843 del Consiglio di sicurezza dell´Onu che autorizza l´aumento del contingente dei caschi blu del Monuc con 3.000 uomini.

Durante un comizio a Rutshuru davanti a più di 1.500 sostenitori ha minacciato apertamente il contingente di pace: «Non accetteremo che ci sia della gente che venga a metterci in sicurezza. Dobbiamo unirci e lavorare per la nostra propria sicurezza. Siete voi che non ci aiutate a fare la rivoluzione, allora tacete insieme al Monuc. Ma se voi vi attendete la pace dal Monuc, dovrete attenderla dopo la pioggia». Cioè, tradotto dal tutsi, mai.

La risoluzione Onu rafforza un debolissimo e praticamente inerme Monuc e chiede ai «belligeranti di rinunciare immediatamente alla via delle armi ed a riprendere senza condizioni i negoziati nel quadro che era stato accettato da tutti».

Nkunda non sembra accettare alcun negoziato e rafforza il suo potere dichiarando tregue unilaterali che viola quando gli fa più comodo, attaccando le impreparate e sbandate Forze armate della Rdc.

La novità documentata in questi giorni da Nigrizia è che nell´est della Rdc ci sono già truppe dell´Angola a sostenere il governo di Kabila, mentre è sempre più chiaro che il Cndp è armato ed appoggiato da Rwanda ed Uganda. La nuova guerra mondiale africana è probabilmente già cominciata e a rimetterci sono ancora una volta i profughi, i gorilla e l´ambiente.

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