[25/11/2008] Energia

Sequestro Co2, Enel in regione per illustrare tecnologie tutte da sperimentare

FIRENZE. Sono state presentate oggi in Commissione territorio e ambiente del Consiglio regionale le idee e i progetti di Enel per catturare l’anidride carbonica. Le motivazioni dell’audizione sono state sinteticamente illustrate dal presidente della commissione Erasmo d’Angelis: «siamo di fronte alla necessità di abbattere gli inquinanti e la CO2 causa dei cambiamenti climatici, ed Enel con i centri di ricerca di livello internazionale situati proprio nella nostra Regione, ha messo a punto progetti innovativi per la cattura della CO2 che possono essere applicati sia nei paesi industrializzati sia nei paesi emergenti che già oggi e nei prossimi anni rappresenteranno il vero problema in termini di emissioni».

In effetti il professor Gennaro De Michele di Enel è partito proprio da questa considerazione per illustrare i progetti: «la domanda di carbone è in continuo aumento, ogni settimana in Cina apre una nuova grande centrale ed il carbone rimarrà anche in futuro una fonte energetica importante. Quindi la domanda che ci dobbiamo porre è: come dare futuro al carbone? La prima risposta è pulire i fumi dalla totalità degli inquinanti e questo è già possibile con la tecnologia attuale».

Ma ovviamente rimane il problema anidride carbonica. «Gli scienziati a livello internazionale stanno affrontando la situazione utilizzando la migliore tecnologia attuale o quella che sarà matura tra qualche anno. Oltre al mix equilibrato di combustibili e all’efficienza energetica (De Michele si è dimenticato della riduzione dei consumi e ha auspicato un aumento del nucleare oltre che delle rinnovabili ndr) sarà importante anche il contributo della cattura e del sequestro della CO2 (Carbon capture and storage-Ccs) per garantire la produzione di energia elettrica sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico. Del resto un esempio semplice di cattura e sequestro di anidride carbonica è rappresentato dalla reazione tra idrossido di calcio e CO2 da cui ottengo carbonato di calcio».

Le tecnologie Ccs controllano le emissioni di CO2 degli impianti per la produzione di energia elettrica e idrogeno da combustibili fossili: le fasi interessano la separazione della CO2 dalle emissioni di impianti industriali, poi trasporto (in fase liquida) e stoccaggio geologico. Le tecnologie per la cattura della CO2 possono essere post-combustione, pre-combustione (impianti di gassificazione Igcc- Integrated gasification combine cycles) e combustione in ossigeno. «Enel sta sperimentando nel suo centro di Livorno la cattura di CO2 dai fumi e la combustione in ossigeno mentre in Spagna esiste un’esperienza di gassificazione che in futuro è la prospettiva migliore per ottenere centrali ad impatto zero- ha continuato De Michele- Tra l’altro stiamo costruendo un impianto dimostrativo a idrogeno vicino a Venezia ma la turbina è costruita nella stazione sperimentale situata in prossimità di Larderello». La fase di sequestro viene attuata in acquiferi salini profondi e in formazioni geologiche.

Per quanto riguarda l’Italia sono in corso studi fatti da Enel di concerto con gli istituti di geofisica nazionali ed internazionali per individuare siti idonei: pare che le aree maggiormente vocate siano in pianura Padana, nelle profondità del mar Adriatico e nel medio Tirreno. «Ormai ci sono molti progetti in giro per il mondo sulle tecnologie Ccs- ha continuato il dirigente di Enel- lo stesso Ipcc fa ricerca e queste tecnologie sono citate nel protocollo di Kyoto. Anche il Wwf ha dichiarato che va adottata questa tecnologia se si vuole utilizzare il carbone. Ammettiamo comunque che il problema è complesso, ci vuole una normativa europea specifica, vanno individuati i siti di stoccaggio, ma se la Piattaforma Tecnologica Europea ha stabilito che entro il 2020 le centrali elettriche a combustibile fossile possano essere ad emissione zero grazie alla cattura e al sequestro di CO2, è necessario anche trovare i finanziamenti per sostenere i costi che ci sono in più nell’adottare questa tecnologia. Quando 1 tonnellata di CO2 costerà 30-40 euro nel mercato delle emissioni la cattura di anidride carbonica diventerà un “mestiere”» ha concluso De Michele.

Ma intanto resta una sperimentazione...


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