[24/11/2008] Trasporti

Coordinamento, intermodalità e salute: gli stati generali della bicicletta

FIRENZE. In Italia circolano ad oggi (stime: regione Toscana) circa 29 milioni di biciclette, dato che assegna al Belpaese il sesto posto nel mondo per quantità di velocipedi (dopo Cina – 450 milioni, Usa – 100 milioni, Giappone, Germania e India) in valore assoluto. L’estensione totale di piste ciclabili nella penisola è passata dai circa 1000 km del 2000 ai 2400 del 2007.

Ancora piuttosto basso, invece, il dato relativo agli spostamenti totali, di cui solo il 3,8% avviene attraverso l’uso della bici, valore che peraltro è stabile rispetto a sette anni fa. Per avere un termine di paragone, possiamo citare il 27% dell’Olanda, il 18% della Danimarca, il 12,6% della Svezia, e in generale la media europea che si assesta sul 9,45%, circa il triplo della media italiana.

Spostando l’attenzione sulla Toscana, si nota anzitutto che il 67% delle famiglie possiede una bici (dato nazionale 59,6%). Più di un terzo dei toscani (36%) impiega la bicicletta almeno una volta alla settimana, per il 15% l’utilizzo è quotidiano. La pianificazione dei percorsi ciclabili da parte degli enti locali ha portato finora alla creazione di 396 km (293 di piste ciclabili, 103 di percorsi cicloturistici) da parte dei comuni, più altri 57 km in via di realizzazione. Le province toscane hanno invece creato 55 km tra piste e percorsi, più altri 100 km in corso d’opera. Il totale arriva quindi a 608 km di piste/percorsi tra realizzati e in via di messa in opera, a cui vanno aggiunti interventi già previsti per un totale di 888 km (489 dai comuni, 399 dalle province).

Questi i dati salienti degli “Stati generali della bicicletta”, convegno tenutosi oggi a Firenze. L’obiettivo condiviso dai vari intervenuti è proseguire nel percorso di evoluzione della bicicletta da mezzo di svago a vero e proprio mezzo di trasporto. In questo senso vanno gli interventi di Erasmo d’Angelis (Pd- presidente commissione Ambiente e territorio in consiglio regionale), e Andrea Agresti (Pdl, vicepresidente): il primo ha citato il caso di Parigi e dell’esperienza di bike-sharing che, nella capitale francese, ha superato i 7 milioni di noleggi annui, e il progetto («Bicycle Commuter Act») che l’amministrazione Bush ha predisposto per incoraggiare finanziarmente, da gennaio prossimo, l’utilizzo della bici attraverso incentivi esentasse in busta paga. Agresti ha invece ricordato la costruzione della ciclabile di 10 km tra Grosseto e il mare, frequentata da 1000 persone al giorno e della cui pianificazione prese carico quando era vicesindaco della città maremmana.

Nel successivo intervento, Claudio del Lungo (Verdi, assessore all’ambiente del comune di Firenze), ha citato le circa 25.000 biciclette circolanti a Firenze nei giorni lavorativi (di fronte a 12.000 posti nelle rastrelliere) e i problemi che derivano alla città dal conflitto tra automobilisti e ciclisti. Del Lungo ha espresso critiche nei confronti della polizia municipale (troppo fiscale nei confronti dei ciclisti poichè «applica il regolamento alla lettera», anche nei confronti delle bici che invece in altre realtà ricevono una maggiore tolleranza), e ha poi chiuso chiarendo che la sua politica è stata finalizzata all’incentivazione della bici «anche cercando di alimentare l’identità, il senso d’orgoglio del ciclista».

Il presidente della commissione Sanità in consiglio regionale, Fabio Roggiolani (Verdi), dopo aver citato il caso di Barcellona, dove il bike-sharing ha avuto un tale successo (175.000 iscritti fin dal primo anno) che le spese di gestione sono ormai coperte «all’80% dal costo del biglietto», ha poi indicato le sue linee-guida: incentivi per espandere il settore (e non solo azioni di sostegno), concezione delle varie piste ciclabili e non (es. ippovie, rete della via Francigena) come parti di un sistema di «autostrade della mobilità sostenibile», e soprattutto una generale concezione innovativa della mobilità, un nuovo stile di vita al cui centro deve essere «il movimento del corpo»: secondo Roggiolani, «su 7 miliardi di euro annuali del budget sanitario, circa 1,7 sono spesi a causa dei cattivi stili di vita legati alla mobilità». Per ovviare a questo dato, al di là del fatto che il momento è culturalmente favorevole perchè - sostiene Roggiolani - «qualcosa si è mosso dal punto di vista mentale nelle persone», occorre operare nel senso del coordinamento tra enti, cittadini e associazioni: occorre cioè «quantificare tutti insieme le risorse necessarie, indipendentemente da chi poi pagherà». Riguardo al merito, infine, Roggiolani auspica il bike-sharing «in ogni città superiore ai 100.000 abitanti», e chiede che «d’ora in poi non venga più costruito un solo km di strade nuove senza che sia stato costruito un km di piste ciclabili».

In chiusura l’assessore ai Trasporti e infrastrutture della Regione, Riccardo Conti (Pd), si è detto d’accordo con gli obiettivi di coordinamento indicati da Roggiolani. Conti, restando fedele al suo ruolo, si è detto «contrario a programmi incentrati sulla sola bicicletta, poichè essa è solo uno degli ingredienti dei piani urbani della mobilità. Occorre invece un intervento organico, con una strategia condivisa che veda l’intermodalità (es. bici-treno, ma anche bici-tramvia, per quanto riguarda la Firenze del futuro e gli altri centri urbani regionali) come elemento centrale». Occorre quindi, secondo Conti, l’apertura di «tavoli di coordinamento» (per esempio, tra assessorati) al fine di sviluppare i vari ambiti del progetto-bici (es. ambito sanitario, ambito ludico, ambito sportivo ecc.) con un approccio multidisciplinare.

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