[24/11/2008] Energia

L´indigesto amo nucleare russo per i Paesi baltici

LIVORNO. Dopo la chiusura imposta dall´Unione europea della vetusta e pericolosa centrale nucleare di Ignalina, in Lituania, i Paesi baltici rischiano una carenza di energia elettrica.
I rapporti con l´ex padrone russo sono pessimi e Lituania, Estonia e Lettonia sono tra quelli che spingono a raffreddare i rapporti dell´Ue con Mosca, eppure dovranno fare i conti con la Russia per molto tempo se vorranno avere una tranquillità per quanto riguarda i rifornimenti energetici.

Il governo di Putin sta calando un nuovo sostanzioso amo al quale probabilmente Tallin, Riga e Vilnius non potranno fare a meno di abboccare: una nuova centrale nucleare nell´enclave baltica russa di Kaliningrad che più che alla minuscola regione russa incuneata tra Polonia e Lituania servirà a rifornire i Paesi baltici.

Secondo Andres Mei, un esperto dell´Istituto estero di politica estera, «La nuova centrale nucleare in Lituania non coprirà i bisogni di elettricità dei Paesi baltici, a causa soprattutto della partecipazione a questo progetto della Polonia. Una sola centrale non sarà sufficiente a tutti i Paesi, i baltici avranno bisogno di capacità produttive supplementari. La futura centrale russa dl Baltico potrebbe garantire la sicurezza energetica regionale. La Lettonia importa dall´Estonia, dalla Russia e dalla Lituania un terzo dell´elettricità della quale ha bisogno. Nel 2010, occorrerà trovare una nova fonte di elettricità. La stessa Lituania coprirà una parte dei suoi bisogni grazie ad una centrale a gas (più che probabilmente gas russo, ndr), ma dovrà ugualmente importare elettricità russa e bielorussa».

Ed anche l´ultima dittatura d´Europa, la Bielorussia fedele alleata di Putin, si appresta a costruire una centrale nucleare in uno dei territori più colpiti dalle conseguenze del disastro nucleare di Cernobyl, con nel mirino il mercato energetico baltico e polacco e l´Ue.

La centrale nucleare a Kaliningrad è stata decisa ad aprile dal governatore della regione, Gueorg Boos, e soprattutto dall´amministratore delegato di Rosatom, il monopolista pubblico russo del nucleare, Sergueï Kirienko che hanno firmato un accordo di cooperazione per realizzare una centrale nucleare da 2,3 GW, per un costo di circa 4 miliardi di euro che dovrebbe sorgere a Polessk, nel nord-est della piccola e super militarizzata enclave russa con poco più di 950 mila abitanti.

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