[24/11/2008] Aria

Iucn ai governi: trovate un accordo a Poznan

LIVORNO. La International union for conservation of nature (Iucn) chiede a tutti i governi che parteciperanno alla conferenza sul clima dell´Onu a Poznan di impegnarsi fortemente a ridurre a breve termine le emissioni di CO2, e non solo a lungo termine, come con intendimenti dilatori, sembra si apprestino a fare alcuni Paesi tra i quali spicca l´Italia.

Ninni Ikkala, responsabile per il cambiamento climatico dell´Iucn, spiega che «Nonostante l´attuale crisi economica, è fondamentale che i governi compiano a Poznan passi concreti verso un accordo sugli obiettivi di riduzione delle emissioni. Vogliamo vedere impegni da parte dei paesi sviluppati a ridurre le emissioni ai livelli del 1990, dal 25 al 40% entro il 2020».

L´Iucn è preoccupata per i sempre più evidenti impatti del cambiamento climatico sulla biodiversità e sulle persone e sollecita con forza la definizione di un accordo internazionale equo entro il 2009, come passo decisivo per il post-Protocollo di Kyoto nel 2012.

«Uno dei modi migliori per rispondere ai cambiamenti climatici è quello di gestire ciò che la natura offre già gratuitamente, come le foreste, barriere coralline e le mangrovie – spiega Neville Ash, a capo del programma ecosystem management dell´Icn - Per esempio, per le comunità costiere è spesso preferibile utilizzare le mangrovie come barriera contro gli eventi meteorologici estremi di una muraglia sul mare, perché le mangrovie fanno di più che proteggere le coste. Forniscono mezzi di sostentamento vitali alle persone, sono una casa per molte specie diverse e importanti, la migliore di tutte, tra quelle che già esistono. Abbiamo soprattutto bisogno di comprendere il loro valore e gestirlo meglio».

Per Stewart Maginnis, a capo del Forest programme Iucn, un´altra infrastruttura vitale per la lotta e la mitigazione del global warming: «La Reduced emissions from deforestation and degradation (Redd) nei Paesi in via di sviluppo si può dare un contributo effettivo alle politiche quadro per il post-2012 sui cambiamenti climatici, sarà anche importante tener conto dei diritti di proprietà della terra, rafforzare il buon governo, coinvolgere le comunità locali e il rispettare i diritti delle persone indigene».

Insomma, il mondo del post-Kyoto si forgerà nella temperie durissima di questa devastante bufera scatenata dall´ultraliberismo, ma come via di uscita obbligatoria sembrerebbe avere il rispetto della fragilità e debolezze di questo pianeta che abbiamo scoperto (forse un po´ tardi) essere i suoi veri punti di forza.

Secondo l´Iucn, che di complessità se ne intende, ridurre e semplificare tutto quel che vive e fa vivere il nostro pianeta non porterà ad un ricco futuro ma a più povertà e iniquità, sia per gli uomini che per la natura di cui gli esseri umani fanno parte.

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