[21/11/2008] Comunicati

Barroso: chi è contro il pacchetto clima-energia non potrebbe sbagliarsi di più

LIVORNO. Intervenendo oggi al Globalisation council in corso a Lisbona il presidente della Commissione europea Manuel Barroso ha sottolineato il momento molto difficile per l´economia mondiale e la necessità di agire rapidamente e con determinazione per arginare gli effetti della crisi sull´economia reale e che «La spesa per battere la recessione deve essere spesa intelligente. Deve sostenere l´economia nel breve termine, ma anche rafforzare il nostro potenziale di sviluppo a lungo termine. Dobbiamo investire in quelle aree che sono cruciali per la competitività del nostro futuro: le infrastrutture essenziali, la ricerca e l´innovazione, le tecnologie pulite per sostenere la transizione verso l´economia a basse emissioni di carbonio, l´efficienza energetica e l´istruzione e la formazione».

Barroso ha ricordato che il G20 di Washington ha deciso di impegnarsi per un accordo nell´ambito del Doha Round entro la fine dell´anno. «Non posso non pensare a un modo migliore per accrescere la fiducia nell´economia mondiale. Una conclusione positiva di Doha, insieme a un rinnovato impegno per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio, è essenziale per il paesi in via di sviluppo, in quanto la lotta per far fronte alla crisi economica che potrebbe avere un impatto dannoso su di essi. Qualunque siano i problemi che ci troviamo di fronte il nostro impegno a paesi più poveri del mondo non deve vacillare».

Secondo il presidente della Commissione Ue la globalizzazione e il libero mercato sono stati benefici in eguale misura per i Paesi ricchi e per quelli poveri perché hanno contribuito a sollevare centinaia di milioni di persone dalla povertà. «Amartya Sen – ha detto Barroso, uno dei pochi economisti rispettate da tutti i protagonisti del dibattito sulla globalizzazione, ha affermato: "essere genericamente contro i mercati sarebbe strano quasi come essere contro le conversazioni tra le persone". Ha ragione. E proprio come le conversazioni possono estendersi attraverso le frontiere, lo possono fare i mercati».

Il conservatore Barroso non poteva non difendere il libero mercato anche di fronte al crollo del muro di Berlino del liberismo, ma ha sottolineato che «In mezzo a tutta questa agitazione, non dobbiamo dimenticare una delle più importanti sfide del XXI secolo: la lotta contro i cambiamenti climatici. Alcuni sostengono che, data la situazione economica molto difficile, non possiamo più permetterci il nostro pacchetto sul cambiamento climatico e l´energia. Non potrebbero sbagliare di più. Una cosa che abbiamo imparato dalla crisi finanziaria è che, se pensiamo di poter ignorare i rischi della costruzione di un sistema, sarà molto più difficile gestire tali rischi. Dobbiamo riconoscerlo fin dall´inizio e affrontarlo. E, naturalmente, le conseguenze di ignorare i rischi del cambiamento climatico saranno ancora superiori alle conseguenze di aver ignorato i rischi del settore finanziario. La trasformare l´Europa in una economia a basse emissioni di carbonio è essenziale per la competitività futura. I recenti cali dei prezzi del petrolio sono solo temporanei e riflettono chiaramente il rallentamento dell´economia mondiale. Torneranno a salire di nuovo non appena riprenderà la crescita. Sul lungo periodo, come dimostra il recente rapporto dell´Agenzia internazionale per l´energia (Global Outlook), il prezzo dei combustibili fossili tende chiaramente verso l´alto, in quanto la manda globale aumenta e le forniture si assottigliano. Senza il pacchetto cambiamento climatico, come il nostro riesame strategico della politica energetica dimostra chiaramente, saremo sempre più dipendenti dall´energia estera. Questo ci rende vulnerabili agli shock energetici, con effetti potenzialmente disastrosi per l´economia. Siamo sulla buona strada per raggiungere un accordo in prima lettura sul pacchetto nel mese di dicembre. Se riusciremo a raggiungere questo obiettivo, saremo in una posizione più forte per spingere per un accordo ambizioso a Copenaghen il prossimo anno, così da garantire un level playing field per le imprese dell´Unione europea a livello mondiale».

Barroso riconosce le preoccupazioni dell´industria europea a più alto consumo energetico e si dice disposto a trovare vie di uscita ad hoc ed indennizzi, ma ricorda che «Naturalmente, non possiamo determinare completamente quali settori sono esposti a rischio fino a quando i negoziati internazionali non saranno completati. Sono lieto di poter affermare che la maggior parte degli Stati membri accettano l´architettura generale del pacchetto. Alcuni chiedono di dare più peso ai loro precedenti sforzi di riduzione. Altri che chiedono che i ricavi delle quote vengano diversamente distribuiti tra gli Stati membri. Noi crediamo che la nostra proposta originaria rappresenti una equa distribuzione degli sforzi».

Poi Barroso è sembrato parlare direttamente al governo italiano: «Siamo disposti a mostrare una certa flessibilità, se ciò è necessario in quanto parte di un compromesso. Ma si deve ricordare che un minore sforzo da parte di uno Stato membro significa maggiori sforzi da parte di altri. Non esiste altra strada. Non voglio sminuire l´importanza di tali questioni. Abbiamo ancora molto da fare. Ma io sono convinto che potremo trovare il giusto punto di compromesso e di un accordo che è alla nostra portata».

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