[20/11/2008] Consumo

Allarme per il parassita dei castagni che viene dalla Cina

FIRENZE. Anche se il periodo di raccolta delle castagne è terminato (siamo in piena fase di commercializzazione), il consiglio provinciale ha fatto il punto sulla criticità rappresentata dell’insetto “divora” castagne nel territorio di competenza dell’ente. «Siamo di fronte a questo insetto (Dryocosmus Kuriphilus Yatsumatsu, cinipide galligeno del castagno ndr) che è arrivato dalla Cina e sta infestando i nostri castagni - ha introdotto l’assessore all’agricoltura Pietro Roselli - Già dal 2006, grazie all’Arpat, sono state prese misure di emergenza per impedire la diffusione di questo cinipide».

Il decreto ministeriale del 23 febbraio 2006 stabilisce che venga effettuata la lotta obbligatoria contro il cinipide del castagno. L’Arpat, in qualità di soggetto responsabile della vigilanza e controllo fitosanitario per la Regione Toscana, a sua volta con il decreto 320, del luglio 2006, ha approvato le necessarie prescrizioni applicative dello stesso decreto ministeriale.

Nel recente decreto Arpat 217 del 2008, sulla base del monitoraggio sulla presenza dell’insetto, sono stati resi noti i comuni classificabili come aree insediamento, dove cioè è stata comprovata la presenza del parassita e dove la sua diffusione non permette alcuna azione di eradicazione.

«Per la provincia di Firenze il solo comune che si può considerare attaccato dal parassita - ha continuato l’assessore - è quello di Pontassieve, che è stato dichiarato area focolaio mentre altri comuni, come Bagno a Ripoli, Calenzano, Campi Bisenzio e Fiesole rientrano in quella fascia cosiddetta tampone. Nello stesso decreto Arpat, per ciascuna tipologia di area, vengono indicati gli interventi e le eventuali cautele da adottare, per ridurre la diffusione dell’insetto. Per i comuni di nostra diretta competenza la cautela alla propagazione è limitata all’attività vivaistica e nella movimentazione del materiale. L’azione preventiva deve essere esercitata soprattutto per gli innesti nei vivai. Può capitare che qualche vivaista abbia talee per innestare i castagni. In quel caso- ha concluso Roselli- l’osservazione e il controllo su questa diffusione del parassita deve essere soprattutto esercitata nei momenti di travaso, dai vivai agli impianti».

Londi (Pd), uno dei presentatari dell’interrogazione, evidenziando la sua preoccupazione sulla velocità di propagazione dell’insetto, invita l’amministrazione a farsi carico del problema: «L’anno scorso era segnalato nelle montagne di Massa Carrara, in Liguria e ora a Pontassieve. Si invitano gli uffici della provincia e la società per l’agricoltura a fare quanto possibile, in collaborazione con i castagnicoltori e le associazioni di categoria, perché questo cinipide venga bloccato sul nascere».

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