[20/11/2008] Comunicati

La piattaforma di Algeri per far pesare tutta l´Africa a Poznan e Copenaghen

LIVORNO. I 40 ministri dell´ambiente africani che hanno partecipato ad Algeri alla conférence africaine des ministres de l´environnement sur les changements climatiques pour l´après-2012 si sono accordati su una posizione comune per far fronte al global warming.

Il ministro algerino dell´ambiente, Cherif Rahmani, ha spiegato perché hanno deciso di avere una posizione comune: «Oggi abbiamo consolidato e sintetizzato l´insieme delle posizioni dei Paesi africani. L´Africa ha deciso di pesare sulle decisioni e sui negoziati delle conferenze di Poznan (Polonia) e di Copenaghen (Danimarca)».

La piattaforma africana sui cambiamenti climatici adottata mercoledi sera dai partecipanti alla conferenza d´Algeri, enuncia che "quando si ha un problema globale, occorre ci sia una soluzione globale e quando si hanno problemi comuni, occorre ci siano soluzioni comuni. I Paesi africani partecipanti alla Conferenza hanno scartato l´ipotesi di una posizione difensiva ed hanno deciso di andare verso l´"azione" attraverso l´applicazione della piattaforma.

Dai ministri africani viene la richiesta che da Copenaghen si esca con «la presa di decisioni per il dopo 2012», cioè con un nuovo accordo per il post-Kyoto e Rahmani ha spiegato che «abbiamo condiviso un obiettivo, un limite al di là del quale i Paesi sviluppati non devono andare. L´inquinamento prodotto dal continente africano non rappresenta che il 3% del totale dell´inquinamento nel mondo, la cui responsabilità incombe sui Paesi sviluppati. L´Africa non è implicata nell´attenuazione delle emissioni di gas serra, che devono essere fondamentalmente fatte nei Paesi sviluppati. Oggi l´Africa chiede un adattamento, modificando le sue economie per poter interiorizzare una economia meno "carbonica" ed essere nella prospettiva dello sviluppo sostenibile. Questo adattamento deve avere un "ancoraggio giuridico" negli accordi della conferenza di Copenaghen».

La Piattaforma di Algeri sottolinea la necessità di una reale condivisione dei Clean development mechanism (Cdm) e chiede di modificare la concessione delle loro risorse finanziarie.

I ministri dell´ambiente africani sperano che ad Algeri sia nato l´embrione di «un´alleanza intercontinentale per trarre profitto dall´esperienza di altri gruppi sviluppati in materia di trasferimento di tecnologie e di finanze».

La "piattaforma di Algeri" è stata la base dei due giorni di discussione, una base comune da arricchire per scrivere da protagonisti una road map per il post-protocollo di Kyoto della quale l´Africa è stata spesso muta spettatrice, con il rischio di farsi scrivere nuovamente il suo destino da altri.

Il presidente algerino Abdelaziz Bouteflika ha chiesto ai partecipanti alla conferenza «uno sforzo congiunto per un futuro comune del continente africano in materia di protezione dell´ambiente. La lotta comune per salvare il nostro futuro comune non è solo una questione di solidarietà finanziaria, è anche una questione di fraternità tra i popoli e le culture. E´ questa visione rinnovata che l´Africa tenterà di far condividere a Copenaghen. Il miglioramento della presa in carico delle decisioni necessiterà del miglioramento del coordinamento e l´approfondimento del dialogo per gestire meglio i beni ambientali comuni, a livello regionale ed internazionale».

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