[18/11/2008] Comunicati

Cucù, del pacchetto Ue clima-energia non si parla più

LIVORNO. «Non vogliamo sussidi a settori e società in difficoltà. Preferiamo tagli delle tasse sui redditi, investimenti in infrastrutture anche relative alla lotta al cambiamento climatico e spese in ricerca ed educazione». E’ un passo della lettera che i 47 grandi gruppi industriali europei riuniti nell’Ert (European round table) hanno inviato ai paesi del G20 affinché vengano prese «ulteriori misure» per risolvere la crisi economica in atto.

Il passo è significativo certo - l’ennesimo segnale di come gli investimenti in sostenibilità non siano un costo ma siano soprattutto un’opportunità di sviluppo per le imprese, checché ne dicano governo e Confindustria italiana – anche se appare inserito in un florilegio di appelli al rilancio dei consumi, a stimolare la domanda con misure fiscali adeguate, a migliorare l´accesso al credito e per ostacolare con forza qualsiasi iniziativa improntata al protezionismo, per arrivare infine a mettere in guardia da «un’eccessiva regolamentazione, che potrebbe mettere a repentaglio la crescita economica».

La prima occasione per inserire in agenda la richiesta dei ‘magnifici’ 47 gruppi europei (per l’Italia ci sono Fiat, Telecom, ed Eni) è stato probabilmente il vertice bilaterale in programma oggi a Trieste tra Italia e Germania, alla presenza di una pletora di ministri (per “noi” Scajola, Matteoli, Frattini e Tremonti, oltre al premier Berlusconi) e di imprenditori che discuteranno degli impatti della crisi sul settore manifatturiero e automobilistico (il premier tedesco Angela Merkel sta studiando come avviare misure di salvataggio per la Opel). Mentre uno dei temi centrali che saranno affrontati sarà forse il pacchetto Ue Clima-energia contro cui l’Italia ha imbastito una vera e propria crociata, mediatica nel nostro Paese, e politica in Europa, cercando di arruolare dalla propria parte governi e associazioni industriali dell’Est. Qualche ammiccamento in tal senso anche da parte della Germania pare ci sia stato, ma di lì a titolare “Roma e Berlino unite sul clima” come fa il Sole 24 ore, intendendo in realtà unite contro il pacchetto 20-20-20, ci pare un po’ eccessivo.

Anche perché stando alle agenzie uscite finora e allo stesso resoconto del Sole 24 Ore, del clima non se ne sarebbe proprio parlato, o comunque non gli sarebbe stato dato peso nelle dichiarazioni ufficiali italiane o infine, ultima ipotesi, sarebbe stato ignorato dai media italiani. Fatto salvo forse solo il clima di imbarazzo del premier tedesco Angela Merkel quando al suo arrivo a Trieste si è vista ‘abbordare’ da dietro un lampione da Berlusconi, che le ha gridato “cucù”.


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