[18/11/2008] Consumo

Federbio su nuova normativa Ue sul biologico: «Necessaria transizione soft»

LIVORNO. La nuova normativa sull’agricoltura biologica che entrerà definitivamente in vigore il primo gennaio 2009 potrà contribuire allo sviluppo dell’agricoltura biologica in Italia?
Di tutto questo si è parlato ieri a Legnaro alla sede Veneto agricoltura al workshop organizzato da FederBio con la collaborazione di Veneto Agricoltura e il patrocinio del ministero Politiche agricole, alimentari e forestali.

Paolo Carnemolla presidente di FederBio ha lanciato un appello al ministero e a tutti gli attori istituzionali per garantire una transizione adeguata al nuovo quadro regolamentare.
La semplificazione dell’etichettatura dei prodotti alimentari, la messa a punto di procedure semplificate e agevoli per la certificazione dei piccoli produttori, norme nazionali per la ristorazione collettiva e la definizione di tetti tariffari per gli organismi di controllo, sono solo alcuni degli spunti emersi dal dibattito.

Perché «sono molte e importanti le novità che caratterizzano i nuovi regolamenti europei per il biologico ma in alcuni casi è necessario fare chiarezza da subito per consentire una transizione morbida agli operatori e assicurare coerenza nelle scelte per gli ambiti di competenza nazionale, come nel caso del sistema di certificazione» ha dichiarato Paolo Carnemolla.

«Quindi – ha aggiunto il presidente di FederBio - chiediamo a ministero e Regioni di condividere con urgenza un primo provvedimento che assicuri la transizione al nuovo sistema normativo e l’avvio di un confronto in sede istituzionale sui molti temi ancora aperti. Su alcune questioni, come quelle relative al sostegno ai piccoli produttori, le tariffe degli organismi di certificazione e le norme sulla ristorazione ritengo che si possa intervenire nell’ambito del progetto di legge bipartisan in discussione in Commissione agricoltura del Senato».

Il contributo del settore dell’agricoltura biologica è in aumento nella maggior parte degli Stati membri e anche la domanda dei consumatori è cresciuta negli ultimi anni. Le recenti riforme della politica agricola comune, con l’accento da esse posto sull’orientamento al mercato e sull’offerta di prodotti di qualità confacenti alle esigenze dei consumatori, saranno probabilmente un ulteriore stimolo per il mercato dei prodotti biologici.

In questo contesto la normativa sulla produzione biologica dovrebbe assumere una funzione rilevante nell’ambito della politica agricola ed è strettamente correlata all’evoluzione dei mercati agricoli.
Del resto il metodo di produzione biologico esplica una duplice funzione sociale, provvedendo da un lato a un mercato specifico che risponde alla domanda di prodotti biologici da parte dei consumatori e dall’altro, fornendo beni pubblici che contribuiscono alla tutela dell’ambiente, al benessere degli animali e allo sviluppo rurale.

Dunque secondo le nuove disposizioni, i produttori di cibo biologico in Europa saranno obbligati a usare il logo biologico Ue che sarà accompagnato sempre all’indicazione dell’origine del prodotto, mentre gli importatori saranno liberi di scegliere se usare il logo. Comunque almeno il 95% degli ingredienti utilizzati per il prodotto finale dovrà essere biologico, mentre tutti gli altri prodotti finali realizzati secondo le norme possono, ma solo all’interno della lista degli ingredienti, riportare la dicitura “biologico”.

Nella produzione biologica si dice che è vietato usare gli Ogm, anche se resta il neo già sottolineato più volte che i prodotti che contengono fino allo 0,9 % di Ogm residui per contaminazione accidentale potranno essere etichettati come biologici.

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